Tre storie che sembrano dare vita alle fiabe
Può succedere che, quando meno ce l’aspettiamo, siamo noi a finire nel bel mezzo di una favola.
“C’era una volta…”. Parole che non ci si stanca mai di ascoltare da piccoli, quando si è affamati di storie e avventure, e da grandi quando, alle prese con le fatiche della vita in un mondo che va (letteralmente) a fuoco, si desidera intensamente essere rassicurati che “tutti vissero felici e contenti”.
E può succedere che, quando meno ce l’aspettiamo, siamo noi a finire nel bel mezzo di una favola. Come è capitato a Bruno Walpoth. Due anni fa squilla il telefono. “Pronto, sono Matteo Garrone. La disturbo perché sto lavorando ad un nuovo film. Ho visto su internet le sue sculture in legno…”. E così, in men che non si dica, l’artista gardenese – specializzato in opere dalla grande resa umana – si ritrova ad essere il Geppetto che intaglia il pezzo di legno da cui esce Pinocchio. Non solo. Si ritrova anche a recitare accanto a Roberto Benigni e a prestargli, in un rapido passaggio del film, le sue mani di intagliatore. Insieme, il premio Oscar e l’artista di Ortisei, posano con gli abiti di scena accanto al burattino di legno in una foto che l’antivigilia di Natale Walpoth ha postato sul suo profilo Facebook. “La scena che mi ha emozionato di più? – rivela – Quella in cui Benigni-Geppetto appoggia la mano sul petto di Pinocchio e sente battere il suo cuore”. Vedere la propria opera prendere vita è il sogno di molti artisti. Walpoth, con un pizzico di magia cinematografica, lo ha realizzato.
Dalla Val Gardena all’Alta Austria. Hallstatt è un piccolo comune di 757 abitanti nel distretto di Gmunden. Si affaccia sul lago di Hallstatt e dal 1997 è Patrimonio dell’umanità Unesco insieme al massiccio del Dachstein e alla regione di Salzkammergut. Ma non è per questo che dal 2013 è letteralmente invaso dai turisti. Hallstatt è infatti la città fiabesca di Frozen. I disegnatori della Disney si sono ispirati a questo piccolo villaggio alpino quando hanno dato vita ad Arendelle, il regno della principessa Elsa e di sua sorella Anna. E da allora migliaia di persone arrivano nel paese per farsi immortalare in questo paesaggio da fiaba, sognando magari di essere principi o principesse per un giorno o di incontrare, passeggiando nella neve lungo le rive del lago ghiacciato, il simpatico Olaf o la renna Sven.
C’era tanta neve, la notte del 1° gennaio sulla Sila, lungo la statale 107, ma quello che Giuseppe Guzzo e Mara Carchidi hanno visto lungo il ciglio della strada non era esattamente Sven. Era, piuttosto, il lupo di Cappuccetto Rosso. Giaceva ferito in mezzo alla neve, vittima di un incidente stradale. Senza pensarci un attimo hanno deciso di ribaltare la “fiaba”. Si sono fermati e sono andati in soccorso dell’animale, non senza esporsi al pericolo. A raccontare su Facebook l’incontro con il lupo Arvo (questo il nome dato all’animale) è lo stesso Guzzo. “Mi reputo una persona fortunata, la mia gamba é finita nella morsa dei suoi denti ma il lupo mi ha guardato, ci siamo guardati, poi ha subito mollato l’azione. Non voleva mordere, poteva farmi del male, ha voluto solo dirmi chi era… – scrive – poi si é fatto parlare e accarezzare ed infine aiutare”. Ventiquattr’ore dopo il salvataggio, Giuseppe e Mara sono tornati nella clinica veterinaria dove è stato accolto l’animale. “Siamo andati a trovare il lupo – racconta Guzzo su Facebook -. Il dottore ci ha informato che è fuori pericolo, si è alzato e sta recuperando la sua autostima. Forza Lupo, presto tornerai a sentire i profumi dei boschi e a calpestare il suolo della tua terra”.
Mercoledì scorso, Arvo è stato munito di radiocollare ed è stato riportato in una gabbia tra i boschi della Sila, in un luogo non lontano da dove era stato ritrovato. “Dai, dai che ce ne andiamo, bello mio”, gli hanno sussurrato. Terminato l’effetto della sedazione, Arvo si è pian piano risvegliato. Il “re dei boschi” ha ritrovato il suo ambiente ed è tornato alla sua vita.
“Prima di allontanarsi – racconta Guzzo su Facebook – al mio lieve richiamo mi ha regalato uno sguardo come se volesse ringraziarci. Il suo nome di battesimo é Arvo ma per noi resterà lupo detto Lupo. Sono sicuro che ci rincontreremo nel bosco magari con la sua famiglia…”.