Storie dal porto, la "fragilità" dei marittimi

I volontari di Stella Maris di Genova ogni giorno visitano che lavora nelle navi attraccate. Portano mascherine e sostegno umano e psicologico. “La fragilità dei marittimi si è acuita in questi mesi”

Storie dal porto, la "fragilità" dei marittimi

La pandemia non ha fermato le navi ma ha fermato a bordo coloro che permettono alla nave di funzionare, di trasportare, di soddisfare i nostri bisogni”: Eros Andriani è uno degli storici volontari a Genova della Stella Maris, associazione che offre assistenza ai marittimi. Tutti i giorni una coppia di volontari va a visitare i marinai imbarcati sulle navi che attraccano nel capoluogo ligure. “In questo periodo così particolare, i marittimi si sentono ancora più dimenticati da tutti -racconta Eros-. Già vivono in un mondo a parte per molti mesi, ora sono isolati. Anche perché quasi mai è loro concesso di scendere a terra”. I volontari portano mascherine, una preghiera in inglese e soprattutto portano se stessi. “I marittimi hanno voglia di parlare con qualcuno che non sia dell'equipaggio -sottolinea-. Chiedono informazioni sull'andamento della pandemia, sull'Italia, si sfogano un po', raccontano la stanchezza di dover vivere per mesi e mesi senza poter tornare a casa, perché magari sono stati chiusi gli aeroporti”.

Stella Maris è oggi una federazione di associazioni cattoliche presenti in diversi Paesi ed è nata 100 anni fa a Glasgow, in Scozia. Stella Maris di Genova ha iniziato il suo apostolato nel 1932: oggi conta 50 volontari, il più anziano ha 88 anni mentre il più giovane 16. “Fanno volontariato anche gli studenti dell'istituto nautico -aggiunge Eros Andriani-. Alcuni, una volta diplomati, continuano a dedicarci del tempo”. Nel 2019 i volontari della Stella Maris di Genova hanno visitato 1.609 navi con 33.598 marittimi imbarcati. “Per chi vive a terra è difficile capire quanto possa essere importante per un marittimo ricevere una visita su una nave -spiega Eros-. Glielo si legge negli occhi lo stupore”.

Nel porto di Genova a marzo è stata messa in quarantena una nave, la M/N Rhapsody, mentre la Gnv Splendid è stata adibita a nave ospedale. Agli equipaggi, Stella Maris ha scritto una lettera di vicinanza, che è stata poi inviata anche agli equipaggi di molte altre navi. “Tutti noi, dal volontario più anziano che potrebbe essere Vostro nonno al più giovane, che potrebbe essere vostro figlio, non Vi dimentichiamo e continuiamo a lottare per sensibilizzare quante più persone possibile sulla Vostra situazione. Non perdete la Speranza, che da sempre è il più efficace dei vaccini”.

Stella Maris di Genova ha anche due club, uno dentro il porto e uno fuori: circoli in cui i marittimi possono rilassarsi, bere una bibita, usufruire del Wifi per chiamare a casa. Per l'emergenza Covid sono chiusi. “Ci siamo dedicati allora a potenziare le visite e anche i social”, aggiunge Eros. “In questi mesi ho visto facce molte spaventate, perché sono persone lontane da casa e non sanno se e quando potranno sbarcare e quali situazioni troveranno nei Paesi che toccheranno con la loro nave. La fragilità psicologica dei marittimi si è acuita. Noi cerchiamo di farli sentire 'a casa lontani da casa', come recita il nostro motto”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)