Riparte il circo: “Abbiamo tutti bisogno di arte e immaginazione, puro ossigeno curativo”
Al via la quarta edizione di Artincirco, il primo festival di circo contemporaneo in Italia a tornare in scena nel 2021. Gli organizzatori: “La pandemia ci ha portato via la socialità, dobbiamo ricostruirla. Ci faremo aiutare dai clown, perfetto simbolo di fallimento e rinascita”
“Quattro come le stagioni, come i punti cardinali, come il numero dei nostri arti, come il numero delle ruote del carro, decisamente più stabile di una, due o tre ruote. Il numero 4 è la rappresentazione del senso pratico, della concretezza e della costruttività delle idee intesa in senso tangibile. Ispirati da questa visione partiamo con questa quarta edizione come ricostruzione di ciò che abbiamo perso in un anno molto difficile: la socialità”. A parlare sono Ferdinando D’Andria e Maila Sparapani, in arte Nando e Maila, direttori artistici di Artincirco Festival, il primo festival di circo contemporaneo in Italia a tornare in scena nel 2021. “Dopo una prima ripartenza, ci siamo fermati nuovamente a ottobre 2020 – spiega Maila –. Così ci siamo subito messi a progettare qualcosa che fosse ancora più grande di quanto eravamo soliti fare”. Infatti, per la prima volta il festival toccherà tre città: Ozzano, come da tradizione, e poi Castel San Pietro Terme e Minerbio. Dieci giorni – dal 31 maggio al 9 giugno – di full immersion, poi 4 martedì tra luglio e agosto. “Il programma è ampio – sottolinea Nando –, è stata una precisa scelta. Mai come quest’anno sentiamo, da più parti, il bisogno di arte e immaginazione, intese come ossigeno curativo. Ne hanno bisogno le persone che ce lo chiedono, ne abbiamo bisogno noi. Abbiamo l’impressione che il pubblico senta in maniera straordinaria questo ritorno alla socialità, che noi vogliamo condividere in maniera molto sobria, senza eccessi. Ci faremo aiutare dalla figura del clown – che non può mancare nel cartellone –, simbolo di fallimento e rinascita. Proprio quello che stiamo provando a fare noi”.
Cinque sono i punti diversi della Città metropolitana che ospiteranno il festival (che si svolgerà interamente all’aperto, ndr): si parte con due giorni di anteprima (il 29 e 30 maggio con lo spettacolo Rex di Lorenzo Crivellari) al Parco Naturale dei Gessi Bolognesi e dei Calanchi della Abbadessa; poi si scende a valle dal 31 maggio fino al 2 giugno. Nel parco di fronte al municipio di Ozzano, il festival darà vita a una tre giorni di spettacoli con artisti internazionali, laboratori, racconti animati, concerti e incontri con gli artisti. Il 1° giugno, il municipio di Ozzano, ospiterà il concerto della Banda Musicale cittadina. I musicisti saranno affacciati alle finestre della residenza municipale: una metafora del lungo tempo passato a suonare ognuno nella propria stanza che si concluderà con la riappropriazione dello spazio pubblico, con la banda che, finalmente, scenderà in piazza.
Il weekend del 5 e 6 giugno il festival si sposterà nella cornice di piazza XX Settembre a Castel San Pietro Terme per l’esibizione dei Black Blues Brothers, 5 acrobati-equilibristi che portano nelle loro esibizioni il ritmo e l’energia del loro paese d’origine, il Kenya. Provengono da Nairobi dove erano coinvolti in Sarakasi, progetto nato per portare il circo sociale nelle situazioni difficili e nelle periferie. Dopo date in tutto il mondo, approdano in Emilia. Dal 7 al 9 giugno a Ozzano si esibirà Sergio Bini, in arte Bustric, il clown scelto da Benigni e Woody Allen noto al grande pubblico per la sua partecipazione nel film “La vita è bella” nella parte di Ferruccio, l’amico poeta di Guido (Benigni, appunto). Dal 6 luglio il festival si sposterà a Minerbio e Ca’ de Fabbri con un appuntamento ogni due settimane, sempre al martedì. Dalle acrobazie musicali di Clown in Libertà della Compagnia Teatro Necessario; dalle acrobazie in equilibrio sulla bicicletta della Compagnia “Circo Carpa Diem” alle bolle di sapone della Compagnia Bubble on Circus.
“Insieme per la cultura, questo è stato il motto che ha unito Castel San Pietro, Ozzano e Minerbio all'insegna del circo contemporaneo, con l’intento di riportare le persone a vivere la cultura, con una proposta popolare, di qualità e accessibile a tutti – dichiara Federico Cibin, coordinatore del progetto e presidente dell’associazione organizzatrice –. Un obiettivo ambizioso in un anno del genere che proprio per questo abbiamo fortemente voluto: crediamo nella cultura come motore per la ripresa ed è per questo che siamo orgogliosi di questa quarta edizione più grande del solito”.
“Va detto – conclude Elena Valerio, assessore alla cultura di Ozzano – che il settore culturale, in questo anno e mezzo di pandemia è stato massacrato: ogni gesto, anche il più piccolo, è una vittoria. Artincirco è proprio questo: una grande vittoria, costruita durante i mesi di emergenza sanitaria, con una difficilissima possibilità di progettazione, tra cambi di colore delle regioni e cambi di normative. Il vero coraggio è proprio tentare, noi la sfida l’abbiamo accettata”.
Ambra Notari