Pace: YouTopic Fest. Vaccari (Rondine): “La relazione è una navicella che ci protegge dalla guerra e ci fa guardare al futuro con speranza”
Si è chiusa ieri (dal 17) a Rondine, cittadella della pace, la VI edizione del Festival internazionale del conflitto di Rondine, YouTopic Fest sul tema “La complessità è un alibi? La sfida del passo possibile”. Tre giorni di lavori durante i quali si è parlato di guerra, scuola, del ruolo dell’educazione nella trasformazione creativa dei conflitti per formare cittadini locali e globali nuovi, e di Mediterraneo. Protagonisti anche i giovani di “Mediterraneo, frontiera di pace, educazione e riconciliazione” - l’opera segno dell’incontro dei vescovi del Mediterraneo di (Bari 2020) che la Cei ha affidato a Rondine in collaborazione con la Caritas Italiana
(Da Rondine) “Nel metodo Rondine lavoriamo su ciò che ci fa paura, perché l’eccesso di difesa ci uccide. La relazione è una navicella protettiva che ci portiamo sempre ovunque andiamo ci saranno tempeste, ci sarà la guerra ma saremo protetti. L’unico modo è guardare al futuro con speranza”. Lo ha detto Franco Vaccari, presidente di Rondine, tracciando un bilancio della VI edizione del Festival internazionale del conflitto di Rondine, YouTopic Fest che si è svolta a Rondine cittadella della pace dal 17 al 19 giugno sul tema “La complessità è un alibi? La sfida del passo possibile”. Secondo Vaccari “Non possiamo avanzare bene nel nostro tempo se non padroneggiamo la dimensione della complessità. Due i rischi: uno è quello della banalizzazione, il rischio di scivolare nella retorica, fino a creare l’alibi dietro cui si nasconde l’impossibilità di cambiare. L’altro rischio è quello del rifiuto della complessità, resa come una complicazione inutile o riducendo tutto a banalità e slogan. Noi, qui a Rondine, cerchiamo di affrontarla con tutta la fatica che comporta”.
“Nei giorni che abbiamo passato insieme, nell’anno che abbiamo ricordato – ha spiegato Vaccari – Rondine non è una Cittadella paragonabile a un’isola felice. Noi qui accogliamo i dolori del mondo, le fatiche del mondo e ripartiamo sempre dal dolore più tragico e dalla cosa più orribile che è la guerra”. “La nostra – ha aggiunto – non è una festa di anestesia artificiale e mentale, la nostra festa è radicata nella consapevolezza. I ragazzi e ragazze della World House e del Quarto Anno di Rondine ce lo ricordano: sono giovani normali, non supereroi, durante il loro percorso raccontano, con pudore e desiderio di comunicare, le loro fragilità, paure e incertezze di tutti noi e la festa di YouTopic non cancella questo, le prende dentro e le accoglie”.
È questo l’habitat della pace che “nella Cittadella della Pace di Arezzo si costruisce, giorno dopo giorno, da venticinque anni, divenendo così un esempio non solamente di come si può vivere insieme anche se ci sono conflitti, ma di come si possa coltivare il nuovo mondo rigenerandolo con relazioni pacificate tra gli uomini e la natura”. Alleata di Rondine e del suo impegno per la costruzione della pace è la scuola: al festival è stata annunciata la nascita della “Sezione Rondine: un vero e proprio indirizzo scolastico – già sperimentato dai licei di Arezzo Francesco Redi e Vittoria Colonna – e che da settembre sarà attivato da 12 scuole di tutta Italia. Si tratta di un percorso che “rimette al centro dell’educazione la relazione e permette ai giovani di acquisire strumenti per la gestione del conflitto, risorsa fondamentale per affrontare la complessità della vita”. Durante i tre giorni di lavori tanti i temi affrontati: dalla guerra, da quella tra Ucraina e Russia al resto del mondo, uno sguardo sui conflitti armati, la scuola e il ruolo dell’educazione nella trasformazione creativa dei conflitti per formare cittadini locali e globali nuovi, il Mediterraneo, l’ambiente, la sostenibilità. Centrali sono state le testimonianze dei giovani di “Mediterraneo, frontiera di pace, educazione e riconciliazione” – l’opera segno dell’incontro dei vescovi del Mediterraneo di (Bari 2020) che la Cei ha affidato a Rondine in collaborazione con la Caritas Italiana. Il progetto, che ha avuto la durata di 2 anni (2020-2022) è stato da poco rinnovato e vede coinvolti 11 giovani provenienti da paesi diversi del Mediterraneo, caratterizzati da tensioni o situazioni di conflitto. L’obiettivo: realizzare interventi concreti in tutto il Mediterraneo per generare impatto sociale, favorire il dialogo e la riconciliazione e sviluppare reti tra i giovani e le realtà locali in tutto Mediterraneo per promuovere coesione sociale. Nella giornata di ieri è stato, infine, annunciato il titolo della prossima edizione di YouTopic Fest mutuato dal “Canto notturno di un pastore errante nell’Asia” di Leopardi “Cade, risorge e più e più s’affretta. Nel tempo accelerato quale spazio alla fragilità e al dolore?”. L’appuntamento è per l’8, 9, 10, 11 giugno 2023.