Morte di Satnam Singh. Naga: “A lui le scuse per un Paese crudele e indifferente”
Afferma l’organizzazione: “Ci scusiamo per non averti garantito dei diritti fondamentali come quello a una casa, alle cure e a una vita dignitosa. Ci scusiamo per non averti messo nelle condizioni di provare a realizzare i tuoi progetti e i tuoi desideri. Ci scusiamo per tutte le umiliazioni, le ingiustizie e le discriminazioni che hai subito, funzionali, soltanto, a cercare di non scalfire i nostri privilegi”
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“Satnam Singh è morto ieri. Lavorava come bracciante in provincia di Latina. Lunedì, dopo aver perso un braccio durante il lavoro, non era stato soccorso, ma depositato davanti a casa. Lui con il suo braccio a fianco, dentro una cassetta”. Il Naga ricorda così il giovane bracciante indiano vittima della disumanità e dell’irregolarità. Una fine orrenda, una vicenda vergognosa.
Afferma il Naga: “Non conoscevamo Satnam Singh, ma immaginiamo bene quale fosse la sua vita e sentiamo di doverci scusare con lui. Delle scuse che non servono a niente, ma che sentiamo di dover esprimere da parte di tutto questo Paese crudele e indifferente”.
“Ci scusiamo per averti costretto a vivere da irregolare, senza la possibilità di regolarizzarti una volta che eri già qui e lavoravi – continua Naga -. Ci scusiamo per averti costretto a lavorare in nero, senza alcuna sicurezza e con una retribuzione vergognosa. Ci scusiamo per non averti garantito dei diritti fondamentali come quello a una casa, alle cure e a una vita dignitosa. Ci scusiamo per non averti messo nelle condizioni di provare a realizzare i tuoi progetti e i tuoi desideri. Ci scusiamo per tutte le umiliazioni, le ingiustizie e le discriminazioni che hai subito, funzionali, soltanto, a cercare di non scalfire i nostri privilegi. E avere ancora oggi, domani, e dopodomani, zucchine fresche da mangiare”.