Madonna Incoronata. La festa dell'Incoronata aiuta a ripartire con slancio
Madonna Incoronata. Dal 31 agosto al 2 settembre e dal 7 al 9 la comunità si ritrova dopo un'estate dai buoni frutti con tante esperienze condivise
L’entusiasmo e la consapevolezza di aver lavorato bene durante l’estate non si sono ancora spenti alla Madonna Incoronata e, grazie a questo vigoroso slancio interiore, venerdì 31 agosto si “aprono le danze” della festa della comunità per ritrovarsi insieme, condividere l’obiettivo comune del servizio e riallacciare le relazioni in vista del nuovo anno pastorale.
Lungo due fine settimana, dal 31 al 2 e dal 7 al 9 settembre, si dipana questa festa semplice, trasversale per età e appartenenze di chi la frequenta, ma anche di chi la prepara. Il programma è dei più tradizionali con pesca di beneficenza, mercatino del libro, giro in “barchetta”, percorso di agilità degli scouts Fse del gruppo Padova 13, gazebo dell’Usmi basket e tanti buoni piatti sotto il tendone a partire dalle 19 (il venerdì c’è il pesce, mentre il sabato e la domenica primi e grigliate per tutti i gusti). E dalle 20.45 a scatenare bambini e ragazzi con i loro animatori c’è la musica, seguita da djset, esibizioni (la scuola di ballo Media Luz venerdì 31 dalle 21.15 e i giovani allievi della scuola di danza Atelye54 domenica 9 dalle 20.30) e musica per tutti (ospite speciale Fiordaliso venerdì 7 dalle 21.15). In sala Giovanni XXIII è allestita la collettiva di pittura che mette insieme le opere di tredici artisti locali in ricordo di Danilo Berlese e Dioniso Gardini.
Tutto è reso possibile dalla generosità di oltre un centinaio di volontari che, anche durante le vacanze estive, si sono ritagliati tempo ed energie per montare strutture, pulire ambienti e stoviglie, sbrigare faccende burocratiche... E ora c’è chi dà la disponibilità per grigliare carne e verdure, servire ai tavoli, lavare pentole e attrezzi del mestiere… Un fermento positivo che fa guardare avanti, perché organizzare la sagra non è mai cosa da poco. «La parrocchia vive di volontariato – sottolinea don Carlo Cavallin – E se la generosità viene a mancare non andiamo da nessuna parte. Ci rincuora, invece, vedere tanti ragazzi che hanno prestato servizio al grest ritornare sotto il tendone a raccogliere prenotazioni, preparare e spreparare tavoli, scatenare i più piccoli con la musica».
La festa dell’Incoronata è anche un modo per far uscire di casa tanti anziani che, durante l’estate, sono rimasti soli in città e che attendono queste serate per dare un ritmo nuovo alle giornate con il loro servizio o anche solo per mangiare un buon piatto in compagnia. «Questo è importante – continua il parroco – perché la festa dà l’occasione di condividere del tempo con le famiglie e i giovani e innescare quello scambio generazionale che è sempre più faticoso».
Tornando al fecondo periodo estivo, la parrocchia di via Siracusa ha come sempre accolto a giugno, con due intense settimane di grest, 250 ragazzi di elementari e medie seguiti da 90 animatori, tra cui molti giovanissimi «che si sono dimostrati responsabili e attenti ai più piccoli. Molti ragazzi erano alle prese con lo studio per gli esami di maturità o all’università, ma hanno usato la proposta per scaricare la tensione e alternare lo studio al servizio, dimostrando che si possono fare bene entrambe le cose».
La casa di Vigo di Cadore ha ospitato il camposcuola dalla terza elementare alla terza media in cui si è respirato un clima sereno e disteso per circa 70 partecipanti. Poi, a fine luglio, è stata la volta dei giovanissimi che hanno condiviso una settimana in Toscana tra Camaldoli, dove soggiornavano, Pieve di Romena, dove hanno incontrato don Gigi Verde, e Barbiana, ripercorrendo il “sogno” di don Lorenzo Milani. E proprio sui sogni si è concentrato il contenuto del camposcuola preparato dagli animatori: «Lo avevamo vissuto a nostra volta come giovanissimi – sottolinea Bianca Carraro – ed è stata un’emozione grande riproporlo ai nostri ragazzi, vederli così coinvolti e partecipi, scoprendo che è il Signore che ci guida a realizzare ciò che di più grande portiamo dentro».