L’inno del Sacro Cuore. Il centenario del compositore Ignaz Martin Mitterer

Sono trascorsi 100 anni da quando la Dieta tirolese, preoccupata per una possibile invasione da parte delle armate napoleoniche, decide di pregare di affidare il Tirolo al Sacro Cuore di Gesù

L’inno del Sacro Cuore. Il centenario del compositore Ignaz Martin Mitterer

Come un filo invisibile che si intreccia ritmicamente tra le righe del pentagramma, da ovest a est in tutto il Tirolo unendo note e cuori. Tante voci, di tutte le età, tessute insieme, domenica scorsa, per rinnovare al termine delle messe celebrate nelle chiese delle città più grandi così come in quelle dei paesini più piccoli, una promessa, fatta per la prima volta nel 1796. 

“Auf zum Schwur, Tiroler Land, heb zum Himmel Herz und Hand!”. “Fai un giuramento, terra tirolese, alza il cuore e la mano al cielo!”.

Bressanone, 1896. Nella sala capitolare della cattedrale Ignaz Mitterer siede al suo tavolo illuminato dalle candele. La penna appoggiata tra i denti, mentre gli occhi sembrano scavare tra le righe del pentagramma, alla ricerca delle note giuste. Di musiche, don Mitterer nella sua vita ne ha scritte davvero tante. Ma questo incarico è speciale. 

Sono trascorsi 100 anni da quando, dopo una riunione di cinque giorni e su suggerimento dell’allora abate dell’abbazia di Stams, Sebastian Stöckl, la Dieta tirolese, preoccupata per una possibile invasione da parte delle armate napoleoniche, giunte già in Lombardia, decide di pregare e chiedere aiuto a Dio e di affidare il Tirolo al Sacro Cuore di Gesù. Un voto, che qualche anno più tardi sarà rinnovato anche durante le insurrezioni tirolesi. Andreas Hofer, l’oste e commerciante della val Passiria che comandava gli insorti, decide infatti di ripetere la promessa al Sacro Cuore alla vigilia della prima battaglia, nei pressi di Innsbruck. E vinsero la battaglia, così come le due successive (nella quarta – per la cronaca – vennero poi sconfitti). Da quel giorno il voto è stato ripetuto, puntualmente, ogni anno la domenica dopo la festa del Sacro Cuore. Così come puntuali, ogni anno, i fuochi raffiguranti la forma di una croce o di un cuore, a volte con la scritta Inri o Ihs, tornano a illuminare le montagne di tutta la regione.

Nel 1896 a Ignaz Mitterer, Domkappelmeister della cattedrale di Bressanone, è stato affidato il compito di comporre un canto per celebrare il centenario di quel voto. 

Il testo è di Josef Seeber, un sacerdote, scrittore e poeta originario di Brunico di qualche anno più giovane di lui, che dopo aver a lungo insegnato tedesco nel seminario minore Vinzentinum di Bressanone, aveva assunto l’incarico di insegnante di religione nella scuola secondaria militare di di Mährisch-Weißkirchen e alle accademie militari di Wiener Neustadt e Mödling, nel Tirolo orientale. 

Ignaz Mitterer, che aveva composto la sua prima messa a tre parti quando aveva appena 10 anni, durante il periodo di studi in seminario a Bressanone aveva già scritto la “Messa del Sacro Cuore di Gesù”. Per le celebrazioni del centenario del voto, Mitterer riprende in mano quello spartito, lo arrangia per soli, coro e orchestra e gli dà il titolo di “Missa solemnis in honourem Ss. Cordis Jesu op. 70”. Insieme alla messa, compone anche la melodia di quello che ancora oggi è considerato l’inno della gente del Tirolo.

A ricordare, alla vigilia delle celebrazioni per la festa del Sacro Cuore, la figura di Ignaz Martin Mitterer è il Verband der Kirchenmusik Südtirol (VKM), che al compositore austriaco originario di S. Giustina, vicino ad Assling (Tirolo orientale), ha dedicato un post sulla sua pagina Ig. Quest’anno, infatti, ricorre il centenario della morte di Mitterer.

“Mitterer era nato il 2 febbraio 1850 – racconta il presidente del VKM Heinrich Walder – All’età di 4 anni perde la madre. Ignaz viene educato dallo zio, che gli insegna anche a cantare, a suonare l’armonium e gli insegna anche i primi elementi di teoria musicale. La parrocchia di S. Giustina era incorporata nell’abbazia di Novacella ed è il canonico Bernhard Huber a rendersi conto del grande talento del ragazzo e a insegnargli a suonare il pianoforte e l’organo”. A 12 anni Ignaz viene mandato a Novacella per proseguire negli studi e per il perfezionamento musicale. Nel 1863 si trasferisce al Kassianeum, il ginnasio dei canonici agostiniani di Bressanone, dove ben presto viene incaricato di dirigere il coro studentesco. Terminati gli studi arriva la scelta di diventare sacerdote. Si trasferisce al seminario di Bressanone, dove – neanche a dirlo – assume la direzione del coro. “Mitterer viene ordinato sacerdote dal principe vescovo Vinzenz Gasser nel luglio 1874 – prosegue Walder –. Fin da subito si dimostra un sacerdote zelante ed esemplare, ma nonostante i suoi tanti impegni, riesce sempre a trovare il tempo per creare nuove composizioni. Il vescovo e i suoi superiori riconoscono ben presto il suo grande talento e il suo impegno e lo convincono a frequentare la scuola di musica sacra di Ratisbona. All’epoca questo era l’unico centro di formazione per musicisti di chiesa ed era già noto in tutto il mondo. Da nomi di spicco del panorama musicale di allora Mitterer impara la composizione e il contrappunto, il canto liturgico e a suonare l’organo”. Il talento di Mitterer non passa inosservato. “A Ratisbona fa scalpore per le sue capacità musicali e le sue composizioni – ricorda Walder –. A soli 32 anni diviene il nuovo Domkapellmeister (direttore del coro) della cattedrale di Ratisbona. All’epoca, Ratisbona era il centro della riforma della musica sacra. Il posto di Dkm a Ratisbona era uno dei primi e più ambiti posti di direttore di coro in Europa centrale”.

Tornato a Bressanone, richiamato dal suo vescovo, Mitterer presta servizio come cappellano a Valdaora di Sotto e nel Tirolo orientale. “Ed è proprio a Valdaora che compone alcune delle sue opere più importanti, da cui traspare per la prima volta il suo stile, fondato sulla sua solida formazione a Ratisbona, ma anche con le sue personali e contemporanee influenze musicali dello stile romantico”, spiega Walder.

Quando a Bressanone muore il maestro del coro della cattedrale e anche l’organista inizia ad avere problemi fisici seri, il vescovo Simon Aichner, fresco di consacrazione, decide di nominare Ignaz Mitterer nuovo Domkapellmeister di Bressanone. “Gli anni trascorsi a Bressanone furono i più fecondi per Mitterer che era consapevole della sua personalità e della sua fama, ma ha sempre mantenuto un carattere modesto ed equilibrato – commenta Walder –. La sua musica è vera, non fine a se stessa e universalmente comprensibile”. Ignaz Mitterer muore a Bressanone il 18 agosto 1924, dopo aver festeggiato il 50.mo di ordinazione sacerdotale. Ci ha lasciato oltre 200 composizioni, prevalentemente di carattere sacro, ma non solo. E la sua musica continua a risuonare ancora oggi, in tutte le chiese del Tirolo. 

“Auf zum Schwur, Tiroler Land, heb zum Himmel Herz und Hand!”. “Fai un giuramento, terra tirolese, alza il cuore e la mano al cielo!”.

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Fonte: Sir