Coronavirus e emarginazione. “La nostra fase due è l'emergenza alimentare”

L'analisi di Alberto Sinigallia, presidente di Progetto Arca. A Milano “stiamo allestendo una mensa ambulante con un food truck”. E nei prossimi mesi prevede un raddoppio dei senza dimora.

Coronavirus e emarginazione. “La nostra fase due è l'emergenza alimentare”

“La nostra fase due è l'emergenza alimentare per centinaia di persone. Stiamo allestendo una mensa ambulante con un food truck”: Alberto Sinigallia è il presidente della Fondazione Progetto Arca, onlus “specializzata” nelle emergenze sociali. Nei suoi centri accoglie senza dimora, immigrati, famiglie sfrattate. Nelle scorse settimane le unità di strada di Progetto Arca hanno collezionato fino a 14 uscite settimanali, contro le due in media dei tempi pre covid-19. “Nelle ultime settimane abbiamo raccolto un numero davvero elevato di segnalazioni e appelli da parte di famiglie, singoli e anziani in difficoltà che ci chiedono aiuto per mangiare”.  Tra Milano, Roma e Napoli, Progetto Arca sta consegnando pacchi di alimenti a oltre mille famiglie. L’obiettivo nelle prossime settimane è di raddoppiare, continuando a garantire un pasto completo ed equilibrato al giorno a ogni persona raggiunta. Al pacco viveri - che contiene pane, olio, pasta, sugo, tonno, biscotti, latte e altri prodotti di prima necessità a lunga conservazione - si aggiunge anche una spesa di alimenti freschi ogni settimana per i più fragili che non possono provvedere al proprio sostentamento e non possono uscire per fare la spesa. 
Nel capoluogo lombardo c'è la situazione più critica. “Milano è sempre riuscita con le sue mense per i poveri a garantire pasti per chi è in gravi difficoltà- aggiunge-. Ma ora la povertà è cresciuta e per questo vogliamo allestire una mensa mobile, per arrivare con pasti caldi in alcune punti nevralgici della città”.  Nelle strutture di Progetto Arca ci sono stati anche alcuni ospiti colpiti dal virus. “Ma la situazione è sotto controllo -assicura Alberto Sinigallia-. Quello che ci preoccupa di più è l'emergenza alimentare. Non solo.
Prevediamo che nei prossimi mesi ci sarà un raddoppio delle persone che finiranno per vivere in strada: hanno per il lavoro e poi perderanno la casa”. Soprattutto le grandi città, prevede il presidente di Progetto Arca, dovranno affrontare un aumento vertiginoso degli sfratti.  “Ci sarà poi il problema dei profughi ospiti nei Cas -aggiunge-. In queste settimane le Commissioni territoriali che valutano le richieste d'asilo si sono fermate. Ma quando ripartiranno si sentirà molto forte l'effetto dei decreti Salvini, in particolare il fatto che sia stata abolita la protezione umanitaria. Prevedo centinaia di migranti ai quali verrà respinta la domanda e che, non potendo più fare ricorso, finiranno in strada”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)