"Bar aperti e circoli chiusi, insopportabile discriminazione": Forum chiede intervento urgente
Migliaia i circoli e le associazioni di promozione culturale e sociale che da mesi vedono sospese le loro attività. La portavoce del Forum terzo settore Fiaschi: "Nei piccoli centri o nelle periferie i circoli rappresentano l’unica occasione di sana socialità". Fondo Ristori, "drammaticamente inadeguato"
"Sono migliaia i circoli e le associazioni di promozione culturale e sociale che da mesi vedono sospese le loro attività, a causa delle misure di contenimento dell’emergenza sanitaria. Molte di queste associazioni, per potersi autofinanziare effettuavano somministrazione di alimenti e bevande per i propri associati. Ora anche questa attività è stata interrotta e c’è il rischio della chiusura definitiva di questa importante rete di solidarietà e di socialità". Dopo l'appello di Arci e Acli, anche il Forum Nazionale del Terzo Settore torna a chiedere che i circoli siano riaperti.
"È francamente incomprensibile il motivo per cui le attività di somministrazione di alimenti e bevande, effettuate nel rigoroso rispetto delle norme di sicurezza, siano autorizzate per i bar dei pubblici esercizi e vengano invece vietate per le associazioni - sottolinea la portavoce Claudia Fiaschi - La situazione attuale rappresenta una insopportabile discriminazione per il Terzo settore, oggi allo stremo delle sue forze. Le attività di promozione sociale, oltre ad aiutare le persone più fragili e sole e che più stanno soffrendo gli effetti di questa crisi, sono fondamentali per la tenuta della coesione sociale delle nostre comunità. Spesso nei piccoli centri o nelle periferie i circoli rappresentano l’unica occasione di sana socialità. Lasciare ai circoli culturali e ricreativi la possibilità di riaprire le porte ai propri soci per un caffè o un pasto caldo, attività oggi consentita ai pubblici esercizi, permetterebbe un minimo di autofinanziamento in un momento in cui le risorse sono del tutto prosciugate".
"Peraltro - prosegue Fiaschi - il finanziamento dei 'ristori' per queste attività è drammaticamente inadeguato: 70 milioni, ancora non erogati, per un comparto economico che ha migliaia di occupati, sono evidentemente pochissimi. Non ci sono motivazioni per scelte così penalizzanti: è necessario un intervento urgente e risolutivo da parte di Governo e Parlamento".