Voice of young, a Padova un progetto editoriale per promuovere comunità
Nel quartiere Arcella, il progetto Scholé (finanziato da Con i bambini) ha dato il via all’iniziativa editoriale gestita da una decina di studenti. Belloni, responsabile della comunicazione di Scholé: “Arcella ha grandi potenzialità, ma ha bisogno di spazi e investimenti per costruire espressione e incontro”
Si chiama “Voy” e nasce per dare ai giovani del quartiere Arcella di Padova la possibilità di raccontare il loro punto di vista, attraverso storie di attualità, arte e cultura. “Voice of Young”, questo il nome del progetto a cui fa riferimento l’acronimo Voy, è uno dei laboratori attivato nella città veneta con il più vasto progetto Scholé, finanziato da Con i Bambini. “Il progetto Scholé è partito a ottobre del 2020 - racconta Gianni Belloni, giornalista e responsabile della comunicazione del progetto Scholé - e fa leva su due scuole: l’istituto Valle - una realtà poliedrica perché ha diversi indirizzi, dalla fotografia alla grafica - e una scuola media inferiore che è la Briosco”. L’idea di fondo del progetto quadriennale è quella di promuovere un modello di scuola diverso da quello che conosciamo oggi, ovvero far diventare i due istituti “Scuole di Comunità”, quindi luoghi aperti che possano produrre trasformazioni nella comunità. “L’obiettivo - racconta Belloni - è quello di far diventare queste scuole dei centri propulsori e punti di riferimento per il quartiere. Non solo per gli studenti, ma per tutti”. E il quartiere Arcella è proprio il contesto adatto a questo tipo di sfida. “Arcella ha circa 50 mila abitanti e ha una sua identità specifica in costante evoluzione - racconta Belloni -. È una città nella città, separata dal resto del contesto cittadino dalla ferrovia. Ha le sue particolarità: è un territorio su cui c’è una forte attenzione alle dinamiche sociali, ma è anche un territorio che ha dei margini difficili”. Un quartiere con “forti potenzialità” che tuttavia vanno sostenute, spiega Belloni. “È il quartiere più giovane di Padova e ha dei tratti importanti di creatività, ma ha bisogno di spazi per costruire espressione e incontro. È un quartiere che potrebbe prendere la strada della coesione sociale, della capacità di fare tesoro della propria varietà o prendere la strada del conflitto e dell’aumento delle diseguaglianze”. Il territorio, tuttavia, ha bisogno di “investimenti non sono solo economici” per supportare il percorso di coesione. A credere nel progetto Scholé la cooperativa sociale Cosep (organizzazione capofila) e, oltre alle scuole, ci sono anche la cooperativa sociale Equality, il Centro di servizi per il volontariato di Padova e Rovigo, il Comune di Padova, l’associazione TechStation, la cooperativa Sestante, l’associazione Domna, l’associazione Terracrea, insieme al Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della socializzazione dell’Università di Padova e al Dipartimento di Scienze Statistiche dell’Università di Padova. Nonostante le difficoltà imposte dalla pandemia, ad oggi sono una decina i ragazzi coinvolti nel progetto Voy, ma complessivamente Scholé coinvolge circa un centinaio di studenti. “Abbiamo inaugurato le nostre attività nell’anno peggiore - continua Belloni -. Non è stato certo il momento migliore per costruire un centro di aggregazione, ma faticosamente siamo riusciti a far partire alcuni laboratori”. Tante le attività avviate un laboratorio di fotografia, uno di stampa 3D e ancora uno di autoproduzione musicale o social media. Voy rientra tra queste attività. “È una vera e propria redazione con un progetto editoriale definito - continua Belloni -: il territorio, la scuola e i giovani. Tuttavia, sono stati proprio i ragazzi ad esprimere la necessità di non fermarsi ai giovani, ma parlare a tutti. Così, in una manciata di settimane, nonostante la zona rossa e qualche diffidenza iniziale, abbiamo iniziato a lavorare al progetto e a produrre anche un podcast”. E tra interviste e articoli dedicati al quartiere Arcella, c’è spazio anche per riflettere su tematiche generali: la prossima puntata del podcast, infatti, sarà dedicata ad dibattito tra professori e ragazzi sul futuro della scuola.