Venezia 77: una Mostra resiliente e di qualità
Dal 2 al 12 settembre è stata confermata al Lido la 77a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia, sotto la presidenza di Roberto Cicutto (da poco nominato al posto di Paolo Baratta) e la direzione artistica di Alberto Barbera. Non sarà però un Festival autarchico, è stato chiarito in conferenza stampa: ci sarà sì tanta Italia, ma anche una nutrita presenza internazionale. Un cartellone composto da ben 62 film e 15 cortometraggi, 18 nella sezione concorso, dove figurano 4 italiani e 8 donne registe. Confermate poi le sezioni Orizzonti, Venice Virtual Reality e il mercato Venice Production Bridge. Venezia Classici, dedicata al cinema restaurato, si terrà invece in sinergia con il Cinema ritrovato della Cineteca di Bologna
Sarà il primo evento cinematografico internazionale al tempo del Covid-19. Dal 2 al 12 settembre è stata confermata infatti al Lido la 77a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia, sotto la presidenza di Roberto Cicutto (da poco nominato al posto di Paolo Baratta) e la direzione artistica di Alberto Barbera. Non sarà però un Festival autarchico, è stato chiarito in conferenza stampa: ci sarà sì tanta Italia, ma anche una nutrita presenza internazionale. Un cartellone composto da ben 62 film e 15 cortometraggi, 18 nella sezione concorso, dove figurano 4 italiani e 8 donne registe. Confermate poi le sezioni Orizzonti, Venice Virtual Reality e il mercato Venice Production Bridge. Venezia Classici, dedicata al cinema restaurato, si terrà invece in sinergia con il Cinema ritrovato della Cineteca di Bologna.
Venezia77, il Concorso
Quattro sono gli autori italiani nella sezione principale: grande ritorno per Gianfranco Rosi, che a Venezia ha vinto il Leone d’oro con “Sacro GRA” nel 2013 e che ora presenta “Notturno” ambientato in Siria; è sempre un ritorno quello per Emma Dante – dopo l’esordio con “Via Castellana Bandiera” nel 2013 – che dirige “Le sorelle Macaluso”; più volte al Lido è stata Susanna Nicchiarelli, che ora presenta “Miss Marx”; e infine Carlo Noce è in gara con “Padrenostro”, prodotto e interpretato da Pierfrancesco Favino.
Nel segno del tricolore è anche il film di apertura, “Lacci” di Daniele Luchetti, che andrà però fuori competizione; un’opera scritta dal regista insieme a Domenico Starnone (autore anche dell’omonimo romanzo) e a Francesco Piccolo. Un riconoscimento, questa inaugurazione, per il cinema italiano che non avveniva da 11 anni, esattamente da “Baaria” (2009) di Giuseppe Tornatore; le ultime cerimonie inaugurali erano state quasi sempre affidate a titoli hollywoodiani di grande risonanza come “Gravity” (2013), “Birdman” (2014), “La La Land” (2016) e “First Man” (2018). “La felice opportunità – ha spiegato Alberto Barbera – è offerta dal bellissimo film di Daniele Luchetti, anatomia della difficile coesistenza di una coppia. Il film è anche il segno del felice momento che sta attraversando il nostro cinema”.
Non sarà però una Mostra a trazione solo italiana. A fugare i dubbi è sempre Barbera: “Il numero di film italiani è pressoché lo stesso degli anni passati. Non faremo un festival autarchico. I titoli presenti alla Mostra vengono infatti da oltre 50 Paesi”.
Tornando al Concorso, ecco gli altri registi in corsa per il Leone d’oro: Hilal Baydarov con “In Between Dying” (Azerbaijan, Usa); Mona Fastvold con “The World to Come” (USA); Michel Franco con “Nuevo Orden” (Messico, Francia); Nicole Garcia con “Amants” (Francia); Amos Gitai con “Laila in Haifa” (Israele, Francia); Andrei Konchalovsky con “Dear Comrades” (Russia); Kiyoshi Kurosawa con “Wife of a Spy” (Giappone); Majid Majidi con “Sun Children” (Iran); Kornél Mundruczó con “Pieces of a Woman” (Ungheria, Canada); Małgorzata Szumowska e Michał Englert con “Never Gonna Snow Again” (Polonia, Germania); Chaitanya Tamhane “The Disciple” (India); Julia von Heinz con “And Tomorrow the Entire World” (Germania); Jasmila Zbanic con “Quo Vadis, Aida?” (Bosnia ed Erzegovina); Chloé Zhao con “Nomadland” (USA).
Una Giuria che guarda a Hollywood
A guidare i lavori della Giuria internazionale sarà la diva australiana Cate Blanchett, un’istituzione hollywoodiana con due premi Oscar all’attivo, nel 2005 per “The Aviator” e nel 2014 per “Blue Jasmine”. Accanto a lei ci saranno: Nicola Lagioia (Italia), scrittore, premio Strega per “La ferocia” nel 2015 e direttore del Salone del Libro di Torino; l’attrice Ludivine Sagnier (Francia); la regista-sceneggiatrice Veronika Franz (Austria); la regista-sceneggiatrice Joanna Hogg (Gran Bretagna); il regista-sceneggiatore Christian Petzold (Germania); e il regista-sceneggiatore Cristi Puiu (Romania).
Le altre giurie. A guidare Orizzonti sarà la regista francese Claire Denis, mentre la sezione Opera prima “Luigi De Laurentiis” sarà presieduta dal regista italiano Claudio Giovannesi e il Venice Virtual Reality dalla regista statunitense Celine Tricart. Infine, madrina della 77a Mostra del Cinema di Venezia è l’attrice italiana Anna Foglietta.
Orizzonti e gli eventi fuori concorso
Nella sezione Orizzonti, dedicata a un cinema di ricerca e sperimentazione, troviamo Uberto Pasolini con “Nowhere Special” (sempre al Lido nel 2013 Pasolini aveva presentato il bellissimo “Still Life”), il duo Massimo D’Anolfi e Martina Parenti con “Guerra e pace” e l’esordio alla regia di Pietro Castellitto (figlio di Sergio Castellitto e della scrittrice Margaret Mazzantini) con “I predatori”. Ancora, in gara figurano il greco Christos Nikou con “Mila”, opera inaugurale di Orizzonti, il già Leone d’oro Lav Diaz con “Genus Pan” (Filippine) e il ritorno di Gia Coppola, nipote di Francis Ford Coppola, con “Mainstream” (USA).
Tra gli eventi speciali si segnalano: il doc-biopic “Greta” sull’attivista Greta Thunberg firmato da Nathan Grossman; il ritratto di Salvatore Ferragamo, “Salvatore. Shoemaker of Dreams”, curato da Luca Guadagnino; l’omaggio al cantautore Paolo Conte in “Paolo Conte. Via con me” di Giorgio Verdelli, con testimonianze di Luca Zingaretti, Roberto Benigni, Caterina Caselli, Isabella Rossellini, Francesco De Gregori e Patrice Leconte.
Altro omaggio è poi quello per Federico Fellini nell’anno del suo centenario con “La verità su La dolce vita” di Giuseppe Pedersoli. Film di chiusura è “Lasciami andare” di Stefano Mordini con Stefano Accorsi, Valeria Golino e Maya Sansa.
I Leoni d’oro alla carriera e il Premio Bresson
Tra i momenti più attesi ogni anno alla Mostra ci sono i Leoni d’oro alla carriera, che quest’anno vanno alla regista cinese Ann Hui e all’attrice britannica Tilda Swinton. In particolare la Swinton ha dichiarato: “Sarà per me una vera gioia venire a Venezia, soprattutto quest’anno, per celebrare l’immortale arte del cinema e la sua ribelle capacità di sopravvivenza di fronte a tutte le sfide che il cambiamento può porre a noi tutti”.
E innegabile è la difficoltà (ma anche il grande coraggio) nel condurre in porto questa edizione del Festival al tempo della pandemia. Lo ha detto con chiarezza lo stesso presidente Cicutto: “Abbiamo voluto strenuamente organizzare la Mostra, ma non contro la ragionevolezza. Sarà di certo una Mostra diversa, ma sempre internazionale, non rinunciando alla qualità e al numero di film”.
Tra gli altri appuntamenti è da ricordare il Premio Robert Bresson della Fondazione Ente dello Spettacolo, con il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura e del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, un riconoscimento alla carriera per un regista internazionale: quest’anno sarà consegnato, mercoledì 9 settembre, all’italiano Pupi Avati.
Ultimo, altro storico riconoscimento cattolico internazionale alla Mostra è poi il premio Signis conferito (da oltre 70 anni) da un’apposita giuria a un film del concorso Venezia77. Il vincitore sarà reso noto sabato 12 settembre.