Veneto: definita la quantità massima di suolo edificabile
Definita la quantità massima di suolo edificabile in Veneto, ripartito ambiti sovracomunali e per comuni. Una scelta ispirata "alla conservazione e tutela delle risorse naturali e ambientali"
Nella sua ultima seduta la Giunta regionale ha approvato il provvedimento che definisce la quantità massima di consumo di suolo ammesso nel territorio regionale, la sua ripartizione per Ambiti Sovracomunali Omogenei (ASO) e la conseguente assegnazione ad ogni singolo Comune, dando così piena attuazione alla legge regionale n. 14/2017, entrata in vigore lo scorso giugno, che definisce il nuovo approccio culturale in tema di pianificazione territoriale e urbanistica nel Veneto.
“Tale legge – precisa l’assessore al territorio e all’urbanistica della Regione del Veneto – promuove un sostanziale processo di innovazione della disciplina urbanistica, ispirata alla conservazione e tutela delle risorse naturali e ambientali, e mira a ridurre progressivamente il consumo di suolo non ancora urbanizzato, in coerenza con l’obiettivo comunitario europeo di azzerarlo entro il 2050”.
Con questa approvazione conclusiva sono state recepite le indicazioni formulate dalla Seconda Commissione Consiliare, competente in materia, completando così, a seguito di ulteriori approfondimenti, la ripartizione effettuata con specifiche determinazioni e procedure applicative.
Il provvedimento è composto da quattro allegati che documentano e disciplinano le procedure operative e programmatorie per l’applicazione delle norme: “Relazione di sintesi dell’indagine conoscitiva”, “Analisi, valutazioni e determinazione della quantità massima di consumo di suolo”, “Ripartizione quantità massima di consumo di suolo”, “Determinazioni e procedure applicative”.
“Un lavoro – evidenzia l’assessore – che discende sostanzialmente dai dati trasmessi dai Comuni e da quelli forniti da numerosi Istituti e Agenzie regionali e nazionali, in base ai quali è stato possibile verificare e analizzare le tendenze e le dinamiche in atto: andamento demografico, tensione abitativa, espansione delle città, sistema infrastrutturale, sistema produttivo ed economico e altri fenomeni che generano pressione sul suolo”.
Spetta ora ai Comuni, entro 18 mesi dalla pubblicazione nel BUR di questo provvedimento, approvare una variante di adeguamento dello strumento urbanistico generale (PRG o PAT) secondo le procedure semplificate contemplate dalla legge regionale.