Un progetto per incrementare le donazioni di sangue. Avis Veneto lancia "Io valgo"
Se Maometto non va alla montagna è la montagna che va a Maometto. Le donazioni di sangue in crisi hanno portato negli ultimi anni a nuovi metodi per mantenere i donatori o per intercettarne di nuovi.
E ora si va anche nelle imprese per sensibilizzarle e informarle ulteriormente grazie al progetto “Io valgo” lanciato da Avis regionale del Veneto assieme alla regione Veneto e presentato alla presenza dell'Assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin, del presidente di Avis regionale Giorgio Brunello, del responsabile del progetto “Io valgo” Francesco Venturini, direttore di Confservizi Veneto Nicola Mazzonetto, del responsabile di Confservizi in Actv Luca Scalabrin e di Aldo Marton per Cisl Veneto. Al progetto prendono parte CSV, Forum del Terzo Settore del Veneto, Ail e l'associazione il Castello di Venezia.
Il progetto, finanziato dalla regione Veneto con 67 mila euro su un totale di 87 mila del valore totale del bando, e che ha visto siglare una convenzione tra Avis regionale e Confservizi del Veneto, prevede una sensibilizzazione alla donazione del sangue (ma anche più in generale dei corretti stili di vita e sulla salute coinvolgendo i medici del lavoro aziendali, che oltre alla sorveglianza dovrebbero occuparsi di prevenzione alla salute) del mondo delle imprese con una serie di incontri gratuiti per i dipendenti e imprenditori con degli educatori formati. "Ma anche verso le partite iva e gli artigiani – aggiunge il presidente regionale di Avis Brunello – motivo per il quale abbiamo coinvolto anche la Confartigianato Imprese Veneto". E motivo per il quale alla conferenza stampa era presente anche un rappresentante di Actv come Luca Scalabrin a testimoniare che, seppur con le difficoltà del caso per gestire le turnistiche di un servizio pubblico che non può essere interrotto o sospeso, organizzandosi è possibile garantire i permessi per le donazioni con le necessità aziendali. "Oggi si parla di rapporto tra imprese, volontariato e donazioni di sangue. Nelle grandi imprese c'è molta disponibilità – chiosa Brunello – ma il problema è nelle piccole imprese perché si rischia prendendo il permesso di penalizzare i colleghi o i cicli produttivi. Quindi vogliamo sensibilizzarle". Anche perché risulta che molti imprenditori non sappiano che la giornata libera per andare a donare viene rimborsata da Inps grazie alle leggi vigenti e quindi non è un costo per l'impresa.
Il progetto attualmente vede quattro imprese che hanno già aderito "ma per settembre contiamo di arrivare a una trentina" spiega il responsabile del servizio Francesco Venturini. Fondamentale è il modo di comunicare ma il problema non è solo a monte con le donazioni. "La filiera funziona se è completa, altrimenti va in sofferenza. La regione sta lavorando col piano socio-sanitario 2019-2023 per trovare delle soluzioni grazie a un capitolo legato al volontariato specificando nel dettaglio la necessità di investire sulla cultura del dono pensando molto alle scuole dato che i ragazzi assorbono in maniera pregnante e sono grandi comunicatori rispetto alle famiglie e alla società. Ma siccome il dono non ha confini, è con piacere che la regione aderisce a questa iniziativa legata al mondo del lavoro e dell'impresa e vogliamo anche cercare di risolvere i problemi burocratici legati al sistema lavorativo". Ma appunto il problema, spiega l'assessore, inoltre, sta soprattutto nella attuale carenza di personale nel settore trasfusionale, come in molte altre categorie d'altronde. "L'impegno della regione c'è – spiega l'assessore regionale Lanzarin - ma quello di rimpiazzare il personale non è un problema economico ma dipende da altre dinamiche, com'è noto, e anche su questo c'è un nostro impegno; inoltre – conclude la Lanzarin - proprio oggi c'è un tavolo nazionale sul nuovo patto per la salute e stiamo portando le preoccupazioni e le esigenze del Veneto ma che non sono solo del Veneto affinché vi sia un intervento di livello nazionale".
Marco Monaco