Un faro nella nebbia. La Costituzione e l’allarme della magistratura per le pulsioni razziste e antisemitiche
La Costituzione ha conosciuto e conoscerà aggiornamenti ma i principi fondamentali su cui si fonda sono anche oggi un faro nella nebbia.
“Va segnalato con particolare attenzione il riproporsi di antiche pulsioni razziste e antisemite, che si saldano a nuovi mezzi di comunicazione e all’affermarsi di movimenti che si richiamano al suprematismo bianco”. A lanciare l’allarme è stato nei giorni scorsi, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, il procuratore generale della Corte di Cassazione, Giovanni Salvi.
Molti gli episodi che la cronaca ha riportato anche nel tempo del Covid-19, a conferma della denuncia e non sono mancate le minimizzazioni accompagnate spesso dall’affermazione che il fascismo è morto.
Indiscutibile la fine del ventennio in cui un regime prima ha illuso e poi ha messo in ginocchio un Paese ma non altrettanto si può dire di un’ideologia, che andando oltre le date, è riapparsa e riappare in forme e con linguaggi diversi dai precedenti. La preoccupazione è data dalla deriva dell’egoismo, del rifiuto e dell’indifferenza che aveva originato e nutrito un ventennio.
Questa preoccupazione era ben presente nei padri costituenti e la Costituzione, con i principi fondamentali e i diritti e doveri dei cittadini, si erge a faro per un Paese che è nell’incertezza e nella ricerca di senso.
Lo conferma la dichiarazione di Aldo Moro nella seduta dell’Assemblea Costituente del 13 marzo 1947 in risposta a chi avrebbe voluto una Costituzione afascista perché temeva che la Carta potesse avere una colorazione partigiana.
“Non possiamo – rispondeva Moro – fare una Costituzione afascista, cioè non possiamo prescindere da quello che è stato nel nostro Paese un movimento storico di importanza grandissima, il quale nella sua negatività ha travolto per anni le coscienze e le istituzioni”.
Riferendosi ai sacrifici compiuti da un popolo che, in nome della verità e della libertà, si era ribellato a un regime che lo aveva strumentalizzato, aggiungeva: “Non possiamo dimenticare quello che è stato, perché questa Costituzione oggi emerge da quella resistenza (…) ed ora ci troviamo insieme per questo impegno di affermazione dei valori supremi della dignità umana e della vita sociale. Guai a noi, se per una malintesa preoccupazione di serbare appunto pura la nostra Costituzione da una infiltrazione di motivi partigiani, dimenticassimo questa sostanza comune che ci unisce e la necessità di un raccordo alla situazione storica nella quale questa Costituzione italiana si pone”.
La Costituzione ha conosciuto e conoscerà aggiornamenti ma i principi fondamentali su cui si fonda sono anche oggi un faro nella nebbia, un appello e un incoraggiamento a non perdere la direzione.