Ucraina, bambini con problemi oncologici al riparo nel bunker dell’ospedale
Il racconto dell’organizzazione Soleterre che opera in Ucraina da vent’anni. “Hanno un’età compresa tra i 3 e i 14 anni, sono con le loro famiglie al sicuro. Ma non sappiamo cosa succederà in futuro. Difficile portare avanti nostri progetti”
“I nostri pazienti, bambini con malattia oncologica, ora sono al sicuro ma non sappiamo cosa accadrà nelle prossime ore. La prima cosa che abbiamo fatto è stato evacuarli dalla casa di accoglienza Dacha di Kiev all’ospedale, dove c’è un bunker”. A parlare è Damiano Rizzi, presidente dell’associazione Soleterre che in Ucraina ha diversi progetti di assistenza. mbini, che hanno un’età compresa tra i 3 e i 14 anni sono con le loro famiglie, si stanno riparando nel bunker. Fino a stamattina non eravamo certi che i medici potessero arrivare nella struttura ma ora sappiamo che tutti stanno ricevendo assistenza - aggiunge Rizzi -. Quello che si prospetta è però drammatico. Stiamo cercando di mandare avanti tutto, la casa di accoglienza, le struttere che abbiamo in diversi punti del paese per la cura delle malattie oncologiche, ma è ovviamente difficile. Le famiglie erano già stremate, alcune di loro sono venute a curarsi a Kiev perché altri ospedali sono stati chiusi. Non abbiamo parole per raccontare cosa stiamo vivendo, in venti anni di intervento in un paese già stremato dal conflitto, vediamo le speranze dei nostri pazienti e del nostro staff sgretolarsi, è inimmaginabile”.
L’intervento di Soleterre in Ucraina si inserisce all’interno del programma globale Grande come il cancro, attivo in 6 Paesi. L’organizzazione lavora in Ucraina dal 2003 insieme al proprio partner e associazione gemella Fondazione Zaporuka. Ha realizzato interventi strutturali, garantito strumentazione medica e forniture di farmaci nei reparti dell’Istituto del Cancro e dell’Istituto di Neurochirurgia di Kiev. Nel 2009 è stata aperta “La Dacha del Sorriso”, una casa d’accoglienza per ospitare gratuitamente più di 100 famiglie, ogni anno e fornire loro supporto durante le cure.
“La situazione è al collasso, non c’è più tempo per parlare di pace, ora occorre preoccuparsi della vita. Prevediamo una tragedia umanitaria enorme: ci sarà bisogno di tutto, supporto umano, solidarietà e soprattutto, aiuti. La popolazione è stremata, non sappiamo cosa accadrà nelle prossime ore” conclude Damiano Rizzi -. Continuare a fornire le cure ai bambini oncomalati e metterli subito in sicurezza, queste sono le nostre priorità. Siamo in contatto costante con il nostro staff, ci aspettiamo di tutto. La vita umana non deve essere misurata sul terreno. La lezione della storia non ci ha insegnato nulla. Noi non perdiamo la speranza di riuscire a edificare un’umanità capace di amore, di costruire, di vivere insieme”.