Tre mesi dopo “Vaia”: le iniziative in favore dei boschi veneti diventino occasione per una migliore governance forestale
L’appello del direttore di FSC Italia Diego Florian a tre mesi dal peggior evento meteorologico che abbia colpito i boschi italiani nella storia recente
“E’ necessario che parte delle risorse messe in campo in favore dei boschi colpiti dal maltempo di fine ottobre siano utilizzate per una gestione attiva del patrimonio forestale”. Lo sostiene il direttore di FSC Italia, Diego Florian, a tre mesi esatti dall’ecatombe di alberi che la tempesta “Vaia” ha provocato in Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige e Lombardia.
“In questi mesi – spiega il direttore per l’Italia della Ong che dal 1993 promuove in tutto il mondo la gestione responsabile delle foreste - sono stati stanziati fondi straordinari e si sono moltiplicate le raccolte fondi e le iniziative di solidarietà volte ad aiutare i territori colpiti, con risultati davvero notevoli; mi chiedo tuttavia quante di queste risorse verranno impiegate anche per strutturare quello di cui abbiamo veramente bisogno, ossia una una governance efficace del patrimonio forestale. Se guardiamo alla sola Regione Veneto infatti, dal 2012 i contributi alla pianificazione forestale sono andati esaurendosi, facendo sì che la superficie coperta da piani di assestamento calasse da 282 mila a 175 mila ettari. Non è quindi solo un problema di ripristino delle aree colpite, ma di lungimiranza: in una situazione di emergenza, il rischio concreto è di perpetrare una logica di breve periodo quando invece c’è la necessità di considerare i tempi lunghi del bosco”.
“Come FSC Italia – spiega Florian - stiamo lavorando con proprietà forestali e aziende per valorizzare lungo la filiera la maggiore quantità di legname certificato a disposizione. Il lavoro più duro però è quello che ci aspetta nei prossimi anni: tenere fede al nostro motto Foreste per tutti per sempre, convincendo persone e istituzioni a tornare a parlare dei nostri boschi. E della loro gestione responsabile”.
In questi mesi su Vaia si è scritto di tutto: il vero dato oggettivo è che la tempesta ha trovato il territorio impreparato. Se si leggono i dati sugli schianti da vento in Europa degli ultimi 60 anni ci si accorge però che l’eccezionalità di questi eventi è diventata purtroppo ordinarietà: tra i più recenti Elizabeth (2005, 77,5Mm3 di materiale abbattuto), Kyrill (2007, 65Mm3) e Klaus (2009, 44,66Mm3).
“Ciò che può fare la differenza – spiega Florian - è quindi avere un piano comune di azione, con un coordinamento efficace tra proprietari, sia pubblici che privati, ditte boschive, industrie del legno e autorità. La gestione ordinaria parte da un assunto semplice: una foresta gestita in maniera responsabile, con tagli e attività pianificati attraverso strategie di lungo periodo, genera benessere, lavoro, turismo e occupazione. I piani straordinari permettono invece di minimizzare i danni e le conseguenze degli eventi catastrofici per territorio e persone”.