Terra Santa: p. Faltas (Custodia), “da Israele solo 6mila permessi per Pasqua ai cristiani della Cisgiordania”
“Quest’anno sono stati concessi solo 6000 permessi, per una sola settimana, dalle autorità israeliane: un numero decisamente inferiore rispetto ai 50000 cristiani della Cisgiordania, desiderosi di condividere la fede nei Luoghi Santi”.

È quanto dichiarato al Sir da padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa. Il religioso si dice “molto deluso” per il basso numero di permessi rilasciati: “Sono responsabile per questo genere di richieste per i cristiani della zona di Betlemme e ho insistito con le autorità israeliane perché vengano concessi in un numero maggiore: abbiamo bisogno di incontrare e di pregare insieme ad una comunità colpita duramente dalla sofferenza della guerra. I cristiani della Cisgiordania hanno molte limitazioni alla loro libertà di movimento e aspettano il periodo pasquale per potersi recare a Gerusalemme per pregare al Santo Sepolcro e nei Luoghi che ricordano la passione, morte e Resurrezione di Nostro Signore. Ma fino ad oggi, nonostante diverse riunioni anche ad alto livello, non siamo riusciti ad ottenere altri permessi”.
“Gerusalemme, la città Santa per le tre religioni monoteiste, è il cuore del conflitto israelo-palestinese alla cui soluzione il mondo guarda come composizione di tanti altri conflitti – ricorda padre Ibrahim -. Gerusalemme vive le contraddizioni dell’umanità: nel raggio di poche centinaia di metri quadrati i Luoghi Santi per cristiani ebrei e musulmani sentono voci, canti e preghiere diverse ma simili e allo stesso tempo, nella stessa città, l’odio impedisce il diritto a professare la fede dell’altro”. E ciò appare ancora più evidente in questo anno in cui la data della Pasqua vede cristiani, cattolici e ortodossi uniti nel celebrare la passione, morte e resurrezione di Gesù. Nello stesso giorno, 20 aprile, cade anche la Pesach, la Pasqua ebraica, che ricorda la liberazione dalla schiavitù in Egitto del popolo ebraico. “Questa coincidenza di date di solennità importanti – rimarca padre Faltas – è insolita e, nel contesto storico attuale, può e deve essere un’occasione unica. Gerusalemme è una città divisa dalla violenza, è la città che promette la vita della fede, è la città che provoca la morte dei cuori. Non ci si può abituare alla violenza avendo negli occhi la bellezza dei Luoghi Santi, dove si cammina rinnovando le promesse di Cristo. Chi vive la Terra Santa non può essere neutrale, assente o indifferente”.