Sud Sudan: Sant’Egidio, firmato a Roma accordo per “cessazione ostilità” dal 15 gennaio. Presenti tutte le opposizioni
Un accordo per “la cessazione delle ostilità” a partire dalla mezzanotte del 15 gennaio 2020 e l’inizio di un dialogo inclusivo” è stato firmato oggi a Roma grazie alla mediazione della Comunità di Sant’Egidio.
La “Dichiarazione di Roma sul processo di pace in Sud Sudan” è stata sottoscritta per la prima volta anche dai rappresentanti dell’opposizione che non avevano firmato l’accordo rivitalizzato del 12 settembre 2018.
La “Rome declaration” è stata firmata dai delegati del governo sud sudanese del presidente Salva Kiir Mayardit, dai leader del Ssoma (organizzazione che riunisce tutti i movimenti di opposizione che non avevano aderito all’accordo di pace di Addis Abeba).
Hanno partecipato alle trattative anche rappresentanti dell’opposizione che hanno firmato l’accordo di pace (Splm/Io e Ndm) e alcuni osservatori internazionali. “È un documento di grande importanza – ha sottolineato oggi Paolo Impagliazzo, della Comunità di Sant’Egidio in una conferenza stampa a Roma – perché per la prima volta tutti si impegnano alla cessazione delle ostilità, all’avvio di un dialogo politico per il cessate il fuoco e all’accesso delle organizzazioni internazionali umanitarie all’interno del Paese per alleviare le sofferenze della popolazione civile”.
Il documento è stato redatto ascoltando l’invito di Papa Francesco, che tanto si sta impegnando con parole e gesti simbolici per la pace in Sud Sudan. Il delegato del governo Barnaba Marial Benjamin ha infatti ringraziato il Papa per il suo gesto dello scorso aprile a Roma, quando si inginocchiò a baciare i piedi di tutti i leader sudsudanesi per chiedere la pace. “Questo è stato un ottimo esempio per la nostra gente”, ha detto, ricordando che il Sud Sudan spera di accogliere finalmente il Papa per l’annunciata ma ancora non confermata visita apostolica.
“Come Roma non è stata costruita in un giorno – ha affermato Benjamin -, anche la pace dovrà consolidarsi. L’inclusività di tutte le parti dovrà essere la pietra angolare della Repubblica del Sud Sudan”. “Vogliamo dire al Papa – ha detto poi Pa’gan Amum Okiech, membro della leadership del Ssoma e presidente ad interim del Real-Splm, i movimenti di opposizione che non avevano firmato i precedenti accordi – che ci vergogniamo per aver causato questa guerra e non essere stati capaci di raggiungere la pace nonostante il suo appello”. Stavolta dicono di aver firmato perché “c’è stato accordo rispetto alle radici di tutti i problemi: vogliamo un Paese fondato sulla cittadinanza paritetica e lo Stato di diritto”.