Sostegno sociale parrocchiale a Limena. La comunità sta rispondendo
Aprirci alla carità è ricevere più di quello che possiamo dare: sottolinea don Paolo Scalco, parroco di Limena. La comunità ha aderito al Sostegno sociale parrocchiale, nonostante il grande debito per il mutuo stipulato per il patronato e sia in perdita rispetto agli anni scorsi. Vuol dire che un senso di solidarietà verso chi è in sofferenza c'è, si sente, è vivo.
È stata una bella sorpresa l’adesione entusiasta al Sostegno sociale parrocchiale da parte della parrocchia di Limena. Don Paolo Scalco, il parroco, ha convocato il consiglio pastorale e quello per la gestione economica con i rappresentanti dei Centri di ascolto e della Caritas. È stata presentata la situazione oggettiva della parrocchia, con un preciso quadro economico (quest’anno ha perso circa 45 mila euro rispetto agli anni precedenti), comprensivo anche dei forti debiti dovuti ai mutui aperti per il patronato. «Con questo quadro così impegnativo – dice il parroco – non mi aspettavo una risposta positiva. Pensavo venisse accolta con freddezza e invece tutti hanno manifestato interesse ed entusiasmo e siamo partiti subito con la richiesta alla Diocesi dei 5.500 euro previsti in base al numero di abitanti della nostra parrocchia. Si è rivelata una occasione davvero preziosa per la comunità per riflettere e mettere in pratica azioni di carità».
Fin da subito sono arrivate le prime donazioni da parte di un'azienda, ma anche di singole persone. L’iniziativa è stata promossa tramite social e sito e piccole gocce continuano ad arrivare. «Sono meravigliato – continua don Scalco – positivamente meravigliato. Vuol dire che la comunità, nonostante tutto, ha capito che ci sono difficoltà cui dare risposta». Coinvolti anche i negozi del territorio, alcuni dei quali hanno già aderito: è possibile acquistare i loro prodotti e metterli poi in una cesta. Sarà poi la Caritas a distribuirli.
Un’altra bella iniziativa invece riprende il tema del buon vicinato: ogni domenica dell’Avvento viene proposto un segno. Un lettore ne spiega il significato in chiesa durante la messa e propone un impegno settimanale. C’è stata la lampada, per cercare di avere occhi per gli altri e rendersi conto che accanto noi ci sono altre persone oltre agli amici, parenti e familiari; c’è stato il telefono, per chiamare senza timore di disturbare; ci sarà il piatto vuoto.
«C’è interesse – spiega il parroco – c’è voglia di fare e di esser coinvolti anche in queste piccole azioni. E di difficoltà nel nostro territorio, come ovunque, ce ne sono molte. La Caritas ha raddoppiato la distribuzione alimentare, il 75 per cento a limenesi. La prospettiva è in peggioramento: dopo i primi mesi dell’anno infatti ci si aspetta licenziamenti e quindi famiglie in crisi. Il problema purtroppo è che non sempre hanno il coraggio di parlare delle loro difficoltà, hanno paura del giudizio, sono persone del paese, conosciute, ci sono molte remore nel chiedere aiuto. Non vengono direttamente dal parroco, ma la risposta della comunità c’è. Le persone hanno ancora un senso di solidarietà e sentono il bisogno di aiutare il prossimo. Aprirci alla carità è ricevere più di quello che possiamo dare».