Senza dimora, un murale di 38 metri per dare un volto a chi è invisibile
È di Alessandro Tricarico, fotoreporter e artista foggiano, il grande murale dedicato all’amico senza dimora Antonio Grilli. L’opera, realizzata con l’aiuto dell’associazione Fratelli della stazione, per porre l'attenzione sulle problematiche quotidiane dei poveri: “L’arte può sensibilizzare, ma questo non basta: servono politiche serie”
FOGGIA – Un enorme ritratto per dare un volto a chi, di solito, è invisibile: è questa l’idea di Alessandro Tricarico, fotoreporter e artista foggiano che, dopo due mesi di lavoro, ha ultimato l’installazione di un grande murale di 38 metri per 10, raffigurante l’amico Antonio Grilli, ex sottufficiale della Marina militare ora senza dimora. L’opera – ribattezzata “Closcià”, termine dialettale utilizzato per indicare i senza tetto – è finalizzata a sensibilizzare la collettività sulle problematiche quotidiane delle persone povere, sia italiane che straniere. “In Italia, le politiche sociali non funzionano: Antonio, come migliaia di altre persone in questo paese, non ha diritto al reddito di cittadinanza perché non ha i requisiti – afferma Tricarico –. Questa storia testimonia come lo slogan ‘prima gli italiani’ non si è trasformato in niente di concreto”.
L’idea di realizzare l’opera è nata a settembre, quando la polizia ferroviaria di Foggia – avvalendosi di una legge che stabilisce che, in mancanza di biglietto, non si può sostare vicino ai binari – ha multato i volontari dell’associazione Fratelli della stazione mentre assistevano i senza dimora. “Mi sono chiesto cosa potessi fare di concreto per aiutarli e ho messo a disposizione la mia capacità di scattare foto e realizzare murales – afferma il fotoreporter –. Ho conosciuto Antonio accompagnando i volontari durante il servizio: quella sera ha perso la circolare e l’ho riaccompagnato nel luogo dove dormiva. Da lì siamo diventati amici”.
L’iniziativa – che coinvolge diverse realtà locali tra cui il Teatro pubblico pugliese, la Biblioteca provinciale di Foggia, Edizioni foglio di via, Spazio Baol e Avvocati di strada – è stata possibile grazie alla disponibilità di Francesco Cicolella, proprietario dell’omonimo cinema situato nei pressi della stazione, che ha messo a disposizione il muro esterno per realizzare l’opera. “Nonostante la sua riservatezza, è stato Antonio a propormi di farsi ritrarre: gesto non scontato per un senza tetto, che magari preferirebbe dare un’immagine di riscatto di sé – racconta Alessandro Tricarico –. È stato il suo modo di sdebitarsi con i volontari di Fratelli della stazione, grazie ai quali è riuscito a ottenere la residenza, la carta di identità e un lavoro per il periodo natalizio al villaggio di Babbo Natale”.
Foggia è una delle province italiane in cui si concentrano più migranti, molti dei quali durante l’estate vivono in abitazioni di fortuna dislocate nelle campagne dell’hinterland, mentre d’inverno non hanno una casa dove stare: “Nessuno è davvero integrato qui – afferma Tricarico –. Il risentimento nei confronti dei poveri, soprattutto se stranieri, è palpabile. Qui l’assistenza a migranti e senza tetto è affidata alle sole associazioni, i servizi sociali si rivolgono a loro anziché agli uffici pubblici. In questo contesto la mia arte può sensibilizzare i cittadini, certo, ma non basta a cambiare le cose: senza politiche serie, resta mera estetica”.
L’amicizia tra Alessandro e Antonio nel tempo è cresciuta, e oggi i due si sentono quotidianamente. “Presto faremo una gira al mare. Antonio ha vissuto quattro anni sulle barche della Marina militare e ora non si ricorda quando sia stata l’ultima volta che ha visto l’acqua. Porteremo una macchina fotografica: chissà che non voglia farsi immortalare in questo momento speciale”.
Lorenzo Balbo