Secondo le statistiche, il Belpaese è pieno di nullatenenti e poveri. Ma è davvero così?
Distinguere i falsi poveri dai veri permetterebbe di aiutare veramente e sostanziosamente chi è indigente
Chi legge le statistiche economiche con un occhio disincantato e magari rivolto verso la vita reale, non si stupisce più di tanto di fronte ai “numeri che non tornano” (come titola Il Sole 24 Ore) quando si spulcia nelle tasche degli italiani. Perché, secondo le statistiche, il Belpaese è pieno di nullatenenti e poveri; di gente (quasi 13 milioni) che guadagna così poco da essere esentata dal pagare le tasse; di un evidente problema di massa nel mettere assieme pranzo e cena, anche se le diete – con gli oroscopi – sono l’argomento più consultato nelle riviste.
C’è quel numerino, che non torna proprio. Stando a quanto guadagnano (dichiarano di guadagnare) e quanto spendono, gli italiani incassano 100 euro e ne spendono 114,4. Un popolo di indebitati? Mmh… E poi il patrimonio – quindi non il reddito – complessivo dei nostri connazionali è tra i più alti al mondo pro capite. Comunque, tra case e liquidità stiamo parlando di qualcosa come 11mila miliardi di euro.
E anche qui qualcosa non torna. Statistiche da povertà relativa e assoluta quasi terrificanti, e poi una realtà che la racconta in modo ben diverso… Diciamo che tanto denaro rimane nelle tasche degli italiani, senza che il Fisco lo sappia. E anche qui fingiamo di stupirci. Ognuno di noi conosce “poveri pensionati” (che nella vita hanno accuratamente evitato di versare contributi all’Inps) con tenori di vita più vicini alla Svizzera che all’Uganda. Stando sempre ai numerini, il reddito medio in Calabria sarebbe più da sponda sud del Mediterraneo, che da Unione Europea.
E la disoccupazione? Statisticamente colossale, in Italia. Però non solo non si trovano ingegneri e medici da assumere, ma nemmeno pizzaioli e manovali edili. Forse i completamente inoccupati sono molti di meno di quanto raccontino le statistiche; forse ci sono lavori che però hanno la caratteristica di sfuggire al Fisco e all’Inps, oltre che alle statistiche.
Quindi la necessarissima operazione di distinguere i veri poveri dai finti poveri ha così tante finalità positive, che non si capisce come mai sia costantemente accantonata da ogni governo che si installa a Palazzo Chigi. Permetterebbe di aiutare veramente e sostanziosamente chi è indigente non permettendo che i furbetti vadano a chiedere denari pubblici a sbafo; costringerebbe questi ultimi a pagare almeno un po’ di tasse (mica tutte che poi vengono loro i capelli bianchi); darebbe ai servizi pubblici – in primis la sanità – risorse aggiuntive di cui godrebbero tutti. Forse, ma dico forse, permetterebbe di abbassare un minimo le tasse a quei 23 milioni di italiani (su 60) che si caricano ogni dì sulle spalle il peso di mandare avanti questo Paese.
Cosa stona in queste righe che state leggendo? Che le potrete leggere perfettamente uguali l’anno prossimo, quello successivo, quell’altro ancora…