Scuola e Covid-19. I presidi: “Siamo a servizio della comunità, ma troppi compiti e responsabilità su di noi”
I presidenti di Uciim e Anp analizzano il momento attraversato dalle scuole italiane e le difficoltà. Di Prima: "A seguito dell'elevato numero di contagi sono stati delegati al dirigente controlli esclusivamente di tipo sanitario". Giannelli: "Ci sia dato accesso alla banca dati delle vaccinazioni per velocizzare le procedure"
La difficoltà di farsi carico di compiti di carattere sanitario demandati ai dirigenti scolastici, per via dell’emergenza. L’incertezza nella continuità della didattica, per via dei contagi che costringono le classi alla dad a fasi alternate. I presidi ritraggono il momento difficile che tocca anche la scuola italiana, a causa della pandemia. Ne parlano il presidente dell’Unione cattolica italiana di insegnanti, dirigenti, educatori e formatori (Uciim), Chiara Di Prima, preside del liceo Galileo Galilei di Palermo, e il presidente dell’associazione nazionale presidi (Anp), Antonello Giannelli, anch’egli dirigente scolastico.
Tracciamento difficile e docenti assenti. “Le difficoltà nell’immediata ripresa delle attività, dopo le festività natalizie, sono riferibili al mancato tracciamento che la pausa ha comportato – spiega Di Prima -. Al rientro, non avevamo la casistica degli alunni positivi né della quarantena per contatto stretto”. A ciò si è sommato il grande numero di positivi e i tempi lunghi nel determinare, da parte delle autorità sanitarie, inizio e fine quarantena. “Si è verificato così che molti alunni, pur essendosi negativizzati, non sono entrati in possesso in tempi brevi di un dispositivo di fine isolamento e di guarigione. Per questi studenti è stata necessaria una didattica a distanza prolungata”. Altra difficoltà al rientro, il tasso di positività del personale, docente e non, e l’assenza del personale sospeso perché non vaccinato. “Con l’impossibilità alla sostituzione e quindi una ricaduta negativa sul sistema di vigilanza degli studenti e sulla prestazione di servizi amministrativi essenziali”. Anche se la curva dei contagi comincia a flettersi, nel liceo palermitano nessuna classe è rientrata in presenza al completo, con tutti i suoi alunni.
“A seguito di questo elevato numero di contagi sono stati delegati al dirigente controlli e responsabilità esclusivamente di tipo sanitario, come il controllo dello stato vaccinale degli studenti”, spiega Di Prima.
Si tratta di “compiti che avrebbe dovuto svolgere un’autorità sanitaria”. “Noi siamo andati a supporto del ministero della Salute ma questo ha generato un sovraccarico di lavoro e grande confusione di ruoli e procedure”.
Eccesso di compiti e responsabilità sui presidi. “I dirigenti stanno svolgendo un ruolo fondamentale e sono sotto un’enorme pressione dall’inizio di questa vicenda – fa eco il presidente dell’Anp, Giannelli -. Purtroppo il carico di responsabilità e di impegni è aumentato tantissimo e si richiede un’attenzione e una concentrazione elevata. Sono sempre in uno stato di tensione. Bisogna fare qualcosa perché non si può andare avanti così. Sono stremati da questa situazione”. Un altro punto sul quale Giannelli sottolinea le difficoltà rilevate anche da Di Prima è la gestione delle quarantene:
“Discernere tra studenti vaccinati e non vaccinati fa perdere molto tempo perché non abbiamo accesso alla banca dati delle vaccinazioni. Questa possibilità ci sarebbe d’aiuto”.
Tra gli aspetti da riconsiderare, la dad in base al numero dei positivi in classe. “È una situazione di frammentarietà e di scarso ordine che rompe l’equilibrio della didattica e della classe. Invece, la serenità dovrebbe essere fondamentale. Altrimenti vi sono ricadute negative sulla preparazione degli studenti”.
Bene la didattica a distanza, ma solo nel lockdown. La metafora è quella di una scialuppa di salvataggio quando la nave affonda. La usano sia Di Prima sia Giannelli per dire che “è utile quando non se ne può fare a meno”. “Se da un lato sembra che la curva dei contagi debba scendere – dice il presidente l’Anp -, nelle scuole si continua a lavorare tantissimo per gestire la presenza e l’assenza degli alunni con la variazione dell’assetto delle classi. Si sta facendo impropriamente leva sull’autonomia scolastica chiedendo alle scuole di fronteggiare l’emergenza sanitaria”. Una posizione che nasce da una consapevolezza: “Il principio secondo cui l’emergenza non conosce regole è valido, ma un’emergenza perdurante da due anni non può tramutarsi in un cronico stravolgimento delle regole”.
Secondo Di Prima, che guarda al ruolo del dirigente come di un “collante di comunità”, “didattica e distanza sono un ossimoro” e la dad non può sostituire la didattica in presenza. “I docenti sono stati all’altezza dell’emergenza. Certamente le competenze digitali acquisite in questo periodo dovranno essere messe a frutto e permetteranno di implementare la didattica in presenza, non più di sostituirla”.