Roberto Ciambetti, "grande elettore" dal Veneto. «Al Colle vedrei bene anche una donna»
«L'importante è che il nuovo Presidente abbia una sensibilità regionalista».
Ciambetti buongiorno, Possamai ci ha chiesto di chiederle se scenderà a Roma con lui. Che cosa risponde?
«Stimo Giacomo, ma dal punto di vista politico avremmo da discutere animatamente. Preferisco viaggiare da solo tranquillo (ride)».
Scherzi a parte, è la prima volta che vota il Capo dello Stato (sette anni fa scese a Roma l'allora presidente del Consiglio Regionale Clodovaldo Ruffato) . Come si sente?
«Sento la grandissima responsabilità. A fine novembre, come coordinatore della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome ho avuto il piacere di incontrare Sergio Mattarella. È il massimo punto di riferimento istituzionale, è la persona che deve fare da arbitro nei momenti di difficoltà del Paese, è il garante della Repubblica. È un momento istituzionale tra i più delicati e importanti. Le dinamiche che portano all’elezione sono sempre particolari. Rispetto a sette anni fa l’attenzione dei media è incredibile. Le paginate dedicate all' elezione fanno capire quanto la scelta sia importante».
Rispetto ai parlamentari voi Grandi elettori delle regioni siete più liberi. Siete legati alle logiche di partito, certo, ma non dovete tutelarvi lo stipendio...
«Senza nulla togliere agli amici e colleghi parlamentari credo che noi Grandi elettori regionali siamo più vicini alla gente perché abbiamo avuto un passaggio elettorale più vicino al popolo».
Che cosa ne pensa dell' autocandidatura di Silvio Berlusconi?
«È troppo presto per dare per assodate certe scelte (abbiamo intervistato Ciambetti venerdì 14 gennaio ndr). Sicuramente il centrodestra ha una possibilità che non si era mai palesata nelle ultime elezioni del Capo dello stato. I numeri del Senato sono chiari. Anche i Grandi elettori delle regioni hanno numeri significativi a favore del centrodestra. Berlusconi ha i suoi auspici, tra i leader di partito, figure istituzionali e presidenti di Camera e Senato mi auguro che venga scelta una persona che possa rappresentare la più larga sensibilità».
Quindi per lei andrebbe bene anche un leader di partito?
«Non metto limiti, in questo momento neanche a Berlusconi. Ma è troppo presto. Chi entra Papa esce Cardinale. Vedremo un po’ di chiarezza forse dopo la prima votazione».
La soluzione migliore per lei quale sarebbe?
«Non ce l’ho, non ho un auspicio, spero solo che il prossimo Presidente abbia una sensibilità regionalista, attenta alle autonomie locali che sono parte integrante e fondamentale del sistema repubblicano italiano. Nell' ultimo incontro con Mattarella ci siamo confrontati proprio sull’importanza delle regioni, in particolare sulla gestione della pandemia. È stata musica per le mie orecchie. Mi auguro che salga al Colle un Presidente che abbia la possibilità di interloquire con il parlamento il più possibile per fare riforme e applicare la Costituzione soprattutto nei confronti delle regioni e delle autonomie locali»
Un Presidente del passato al quale è più affezionato?
«Sandro Pertini come figura che ha ha gestito l’Italia in anni difficili, ma anche Francesco Cossiga. Ma ognuno è stato importante. So per certo che il prossimo Presidente non dovrà guardare al passato ma al futuro».
Per assurdo se si dovesse votare per forza una donna che nome scriverebbe?
«Ci sono donne con grandi capacità ed esperienza che potrebbero essere ottime Presidenti. Mi vengono in mente due nomi, senza auspicare, però, che venga eletta l' una o l' altra. La Presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati e Letizia Moratti. Sono contro le quote rosa, può salire un uomo come una donna, basta che abbia le capacità giuste. Le donne possono ricoprire ruoli al vertice, Manuela Dal Lago ne è la dimostrazione».
Chiudiamo con una battuta. Gli anni scorsi sono stati votati Francesco Totti e Valeria Marini. Quest’anno che cosa ci aspettiamo?
«Potrebbe essere l'anno degli sportivi. Abbiamo vinto gli Europei di calcio e portato a casa un sacco di medaglie alle Olimpiadi, ma sono tutti troppo giovani. Di certo mi aspetto qualche burlone».
Marta Randon