Regolarizzazione, “Bene bozza decreto ma non sia solo per l’agricoltura”
Le organizzazioni della campagna Ero Straniero: La misura va finalmente incontro alla richiesta, che da tempo rivolgiamo al governo. Ma un provvedimento limitato nel tempo e rivolto solo a lavoratori agricoli non intacca il grosso dell’irregolarità”
Circola in queste ore la bozza di decreto legge coni il Governo ha intenzione di regolarizzare una parte dei migranti presenti in Italia. In particolare, si prevede la possibilità per i cittadini stranieri senza documenti di essere regolarizzati in seguito alla stipula di un contratto di lavoro, non superiore a un anno. Dal provvedimento verrebbero esclusi i destinatari di espulsioni, i condannati e i soggetti pericolosi per la sicurezza.
Di una possibilità di sanatoria si discute da settimana, tra i primi è stata la ministra Teresa Bellanova a parlare di una misura necessaria per ovviare alla mancanza di manodopera proveniente dall’est Europa. Anche le associazioni e i sindacati di categoria hanno chiesto che la regolarizzazione venisse realizzata in tempi brevi. “Questa misura va finalmente incontro alla richiesta, che da tempo rivolgiamo al governo, anche attraverso una specifica proposta di legge popolare depositata alla Camera a fine 2017 e ora all’esame della I Commissione - scrivono in una nota i promotori della campagna Ero Straniero -. Si tratta di una scelta di legalità e sicurezza ora più che mai necessaria, con effetti positivi molteplici. Si offre l’opportunità di vivere e lavorare legalmente a chi già si trova nel nostro Paese ma che, senza titolo di soggiorno, è spesso costretto a lavoro nero e sfruttamento. Si hanno maggiore controllo e contezza della presenza sui nostri territori di centinaia di migliaia di persone di cui oggi non sappiamo nulla, e quindi maggiore sicurezza per tutti, soprattutto nel periodo di emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Si ottengono nuove entrate fiscali e contributive, preziosissime, in questo momento, e si va incontro alle richieste pressanti dei tanti datori di lavoro che, bisognosi di personale, non possono assumere persone senza documenti”.
Per Ero Straniero però emerge anche la necessità di un intervento migliorativo. “La platea dei destinatari del provvedimento non può essere composta solamente dai lavoratori del comparto agricolo, dove certamente l’attuale mancanza di manodopera che rischia di compromettere la fornitura di generi alimentari ha creato una situazione di emergenza. Sono molti altri i settori della nostra economia che necessitano di un intervento di questo tipo, dalla logistica alla ristorazione, fino al lavoro domestico e ai servizi di cura. Centinaia di migliaia di colf e badanti si occupano dei nostri anziani e sappiamo essere per lo più donne straniere e senza documenti - spiega la nota -. Andrebbero poi ampliate le tipologie di contratto di lavoro emettibili con la procedura di emersione, senza il limite del tempo determinato, senza imporre contributi onerosi troppo alti e non sostenibili da parte di lavoratore e datore di lavoro e senza penalizzare i lavoratori stranieri che non riuscissero a finalizzare la propria domanda per motivi imputabili al datore di lavoro, destinati dal provvedimento a ottenere sì un permesso di soggiorno, ma a perderlo comunque, anche in caso di nuova possibilità di assunzione, il 31 dicembre 2020”.
Per le organizzazioni un provvedimento del genere, limitato nel tempo e a determinati settori, non andrebbe a intaccare il grosso dell’irregolarità e non contribuirebbe a combattere il fenomeno del lavoro nero nel nostro Paese. “Il Governo vada fino in fondo: servono soluzioni a lungo termine e più coraggiose”, chiedono. Ero straniero è una campagna promossa da diverse organizzazioni tra cui Radicali Italiani, Oxfam Italia, Fondazione Casa della carità, Arci, Asgi, Centro Astalli, Cnca, Fcei - Federazione Chiese Evangeliche in Italia, ActionAid Italia e Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo, AOI, con il sostegno di numerosi sindaci e decine di organizzazioni. La campagna ha presentato la proposta di legge di iniziativa popolare “Nuove norme per la promozione del regolare permesso di soggiorno e dell’inclusione sociale e lavorativa di cittadini stranieri non comunitari”. Si compone di 8 articoli che prevedono: l’introduzione di un permesso di soggiorno temporaneo per la ricerca di occupazione e attività di intermediazione tra datori di lavoro italiani e lavoratori stranieri non comunitari; la reintroduzione del sistema dello sponsor; la regolarizzazione su base individuale degli stranieri “radicati”; l’effettiva partecipazione alla vita democratica col voto amministrativo e l’abolizione del reato di clandestinità.