“Il Papa mi fu di grande conforto nei giorni dell’attentato”: il ricordo di mons. Carlassare, vescovo di Bentiu in Sud Sudan

È un ricordo personale e profondo quello di mons. Carlassare: dopo l’attentato a Rumbek nel 2021, Papa Francesco lo incoraggiò dicendogli: “Sappi che c’è il Signore. È lui che guida la sua Chiesa. Tu solamente testimonia la sua parola”

“Il Papa mi fu di grande conforto nei giorni dell’attentato”: il ricordo di mons. Carlassare, vescovo di Bentiu in Sud Sudan

“Il suo sguardo si è anche posato su di me per chiedermi prima di servire la diocesi di Rumbek, e ora la nuova diocesi di Bentiu. Nei giorni dell’attentato si è fatto presente con la sua preghiera. Questa sua attenzione nei miei confronti mi ha fortificato in visto del recupero dell’uso delle gambe e confermato nella volontà di tornare per essere testimone di pace e riconciliazione”. E’ un ricordo di Papa Francesco molto intimo e personale quello di monsignor Christian Carlassare, missionario comboniano originario di Schio e vescovo di Bentiu, in Sud Sudan. Era da poco arrivato nella diocesi di Rumbek, di cui era stato nominato vescovo nel 2021, quando venne aggredito in casa di notte: gli spararono alcuni colpi di pistola alle gambe, dovette subire un intervento e un lungo periodo di riabilitazione prima di tornare a camminare. Oggi ricorda al Sir Papa Francesco con toni commossi.

“In un incontro mi ha chiesto se avessi paura di ritornare – racconta -. Gli risposi che l’unica paura sarebbe stata quella di non essere in grado di servire la gente di Rumbek e del Sud Sudan perché il loro bisogno è grande.

E lui, da padre buono, mi ha semplicemente detto: Sappi che c’è il Signore. Non sei tanto tu. È lui che guida la sua Chiesa. Tu solamente testimonia la sua parola. Mi è stato di grande conforto e illuminazione”.

“Fin dall’inizio del suo pontificato – afferma il vescovo di Bentiu, una nuova diocesi voluta proprio da Papa Francesco – si è preso a cuore la situazione del Sud Sudan, come anche quelle di molte altre periferie umane. Nel silenzio che avvolge queste realtà, perché contano relativamente ai fini del potere e del mercato, lui ha prestato orecchio e se ne è fatto voce, sia nella preghiera che nel ricordo nei suoi Angelus, sia

nell’invito a Roma dei capi politici del Sud Sudan che nella visita avvenuta nel 2023 come pellegrinaggio ecumenico di pace”.

Per Papa Francesco “ogni situazione di ingiustizia e conflitto non rappresenta semplicemente una questione sociale da far progredire secondo la logica evangelica, il suo sguardo va ben oltre – sottolinea mons. Carlassare -. Va a quei fratelli e sorelle che soffrono ingiustizia, a cui viene negata la vita, e che gridano a Dio notte e giorno e per cui il Signore manda testimoni ad indicare l’unica via possibile, quella della comunione e della pace”. Papa Francesco, afferma, “ha svolto il suo ministero di pastore proprio con questa grande fede nel Signore. È stato testimone di una fede vissuta, di una spiritualità incarnata nelle Galilea del nostro mondo che si fa impegno nella storia. È stato un esempio di amore fraterno, di dialogo, di attenzione per le persone più vulnerabili e i gruppi più emarginati. Ha aperto strade e un cammino meraviglioso da compiersi ecclesialmente uniti verso quella terra nuova e quei cieli nuovi promessi da Gesù, dove ci riconosceremo tutti fratelli e sorelle, figli dello stesso Padre”.

“Ci viene a mancare in un momento dove ci sembra di avere ancora più bisogno di lui, unica voce ferma di fraternità e pace mentre tutti parlano di riarmo e potere – ammette monsignor Carlassare -. Anche qui la situazione in Sud Sudan è molto delicata, perché si stanno riaccendendo le tensioni politiche che erano rimaste sopite negli ultimi anni e che possono diventare scintille per altre violenze, in parte già cominciate in alcune regioni del Paese. Ma questo dolore arriva misto anche alla gioia della Pasqua e la fede nella risurrezione. Allora ancora di più, Papa Francesco ci invita a continuare su questo cammino che lui ha tracciato, un cammino dove la Chiesa – finalmente famiglia sinodale – spalanca le porte e va incontro ai fratelli e sorelle, proclamando la bellezza, genuinità e gioia del Vangelo, e lavorando per costruire una comunità riconciliata che testimonia la pace.

Non lo dimenticheremo, Papa Francesco, anzi, forse lo incontreremo un po’ più avanti nel cammino, dove lui già sta in compagnia del maestro”.
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Fonte: Sir