Quel desiderio di Infinito: un nuovo eremita diocesano
Sabato 13 ottobre alle ore 17 nella chiesa del Corpus Domini a Padova si celebra la professione eremitica temporanea di Dario Lago, 63 anni, originario di Piazzola sul Brenta che prenderà poi il nome di Dario Maria della Santissima Trinità e vivrà la sua vita da eremita in città.
«Provo un continuo, perpetuo, costante stupore per questo incredibile dono di amore che il Signore mi sta facendo nonostante la mia non più giovane età»: così Dario Lago descrive l’emozione che sta vivendo a ridosso della liturgia della professione eremitica temporanea, che viene celebrata sabato 13 ottobre alle 17 nella chiesa del Corpus Domini a Padova.
Dario ha 63 anni ed è l’ultimo di sette figli. Originario di Piazzola sul Brenta, ha un diploma triennale di meccanico-tornitore, ha preso poi la maturità classica e successivamente una qualifica professionale come operatore addetto all’assistenza. Il primo contatto con il vescovo Claudio è avvenuto due anni fa, poi un anno di approfondimento della scelta e un anno di noviziato.
«Nella mia storia – racconta – emergono tracce che il Signore ha suscitato e seminato fin dalla giovinezza. Quel desiderio cioè di infinito, di capire che la mia storia è inserita in un piano molto più ampio dei confini dati dalla nascita e dalla morte, un piano che prima o poi si sarebbe svelato. La società porta a un attivismo spinto, bisogna essere produttivi, ma io sentivo che la mia indole mi portava a una funzione nascosta, misteriosa. Una presenza silenziosa, ma non per questo meno importante. La vita eremitica apparentemente sembra inutile. Viene spontaneo chiedere: che cosa fai? Chi sei? La nostra spiritualità è quella del deserto, ritirarsi nella preghiera senza dimenticare gli uomini, la lode a Dio è accompagnata sempre alla preghiera di intercessione per tutti gli uomini, per i loro fardelli e disagi. Non è scelta individualistica, perché il silenzio amplifica il disagio altrui. Io ho scelto di vivere in città perché è qui che il Signore mi chiama a vivere e rispondo al suo invito con tutta la consapevolezza di esser povero, anche a livello intellettuale e formativo e nella parola, certo che c’è una regia provvidenziale nascosta che guiderà la mia presenza».
In città, nella chiesa del Corpus Domini, Dario svolge servizio di adorazione notturna coprendo cinque ore in 5 notti alla settimana. E qui spesso accoglie, in silenzio e con riservatezza, i fardelli pesanti delle persone che si accostano a lui per aprirsi, senza attendere risposte o soluzioni, solo per condividere un dolore, una riflessione. «Con la professione – conclude l’eremita – non cambierà apparentemente nulla, continuerò la mia vita nel nascondimento che però diventerà evidente per la veste che indosserò in un contesto cittadino. La visibilità può provocare, può suscitare indifferenza o perplessità, può avvicinare. Ciò che mi guiderà sarà sempre l’amore per Dio e per gli uomini». Dopo la professione temporanea accosterà al suo nome di battesimo quello di Maria e della Santissima Trinità: l’indispensabile presenza della Madre nei momenti difficili, di sofferenza, di buio del deserto e la bellezza dell’insondabile mistero che attira e affascina.