Porte aperte agli orti urbani sabato pomeriggio
Un sabato pomeriggio particolare, a contatto con la natura, per scoprire una realtà fondata su valori dell’accoglienza, rispetto dell’ambiente, inclusione sociale e inserimento lavorativo.
Sabato prossimo, 23 giugno, la cooperativa sociale Coislha aprirà a tutti gli interessati le porte dei suoi orti urbani, in via Righi 46. L’occasione è quella di festeggiare il primo anno di Coislha Bio, progetto di agricoltura sociale in contesto urbano. Coislha è una cooperativa sociale di tipo B, creata nel 1980 da un gruppo di persone e familiari di utenti inseriti nell’Anffas con l’obiettivo di dare opportunità e prospettive ai ragazzi giunti alla fine dei percorsi formativi dell’ente. L’attività della cooperativa è tuttora finalizzata all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate. Nel giugno dello scorso anno, con una convenzione ad hoc, il Comune di Padova ha dato a Coislha in comodato d’uso per sei anni un terreno di circa un ettaro di cui era proprietario. L’obiettivo del progetto è quello di incentivare l’agricoltura sociale, biologica e a chilometro zero.
«Dopo i primi dodici mesi il bilancio è sicuramente positivo – dichiara Paolo Raffaelli, coordinatore della cooperativa Coislha – Nel terreno di via Righi abbiamo coinvolto nella coltivazione, raccolta, vendita diretta e distribuzione dieci persone fra cui tre in percorsi di accoglienza, tre in inserimento lavorativo e quattro operatori. Storie diverse accomunate da esperienze difficili che adesso hanno la possibilità di acquisire competenze professionali e umane, percependo un reddito dignitoso».
Sabato prossimo alle 14 l’azienda agricola aprirà le sue porte per una visita guidata al campo in cui si potrà sperimentare l’attività di raccolta dei diversi prodotti coltivati, fra cui le fragole, i meloni, le zucchine e i fagiolini. Sarà possibile conoscere qualcosa sui metodi di coltivazione biologica utilizzati, assaggiare i prodotti ed acquistarli, ed ascoltare le storie degli operatori, richiedenti asilo e tirocinanti che partecipano al progetto. Tra questi Bright Eguabor, 32enne nigeriano, sbarcato a Lampedusa nel 2011. In Italia Bright si è subito adoperato per trovarsi un’occupazione. «Ho imparato l’italiano racconta – ho fatto dei corsi per conoscere l’arte dell’agricoltore. È molto difficile arrivare in un Paese straniero, ma quello che ho capito è l’importanza di essere pazienti. Se non lo fossi stato ora sarei in carcere o morto. Ho capito che chi parte dal proprio Paese per andare altrove deve fissarsi delle priorità: imparare la lingua, acquisire professionalità, fare dei corsi, imparare un lavoro». Il programma del pomeriggio prevede, alle 17, la presentazione del libro Dammi cinque (piccole storie) di Giovanni Rattini, Lodovica Vendemiati, Paolo Meneghini, Anna Trevisan e Alberto Zanella, con l’accompagnamento alla chitarra di Andrea Fabris.