Obiettivo 2030, politica “calda”. Il confronto tra nove candidati locali alle imminenti elezioni politiche
Nove candidati locali alle imminenti politiche si sono confrontati sulle sfide che il Veneto deve necessariamente mettere in campo per la transizione ecologica. Sviluppo sostenibile Le cicatrici della tempesta Vaia, la C02 da neutralizzare al più presto, il passaggio delle aziende verso il green : qual è lo stato di salute della nostra Regione? Idee e proposte dei partiti in gioco
Dove andremo a produrre il formaggio Asiago e il prosecco di Conegliano-Valdobbiadene se, tra qualche anno, l’alterazione del clima non consentirà più al Veneto di esibire i prodotti di cui va legittimamente orgoglioso? Se lo è chiesto, provocatoriamente, Davide Pettenella, docente del dipartimento Territorio e sistemi agro-forestali dell’ateneo patavino, in apertura del webinar “Le sfide nel territorio per la transizione ecologica”, cui hanno partecipato, nel pomeriggio di lunedì 12 settembre, nove candidati alle prossime elezioni politiche del 25 settembre. Un incontro promosso, a partire dalla lettera degli scienziati per il clima, da AssVeSS, l’Associazione veneta per lo sviluppo sostenibile, e moderato dal direttore de La Difesa Luca Bortoli.
«La nostra regione – sottolinea Davide Pettenella – è la più esposta alla crisi climatica. Siamo soggetti alla crisi della biodiversità e la tempesta Vaia, con 12 mila ettari di foreste distrutte, è il più grave fenomeno di danno ambientale accaduto in Italia; soggetti alla crisi idrica, con i problemi legati al cuneo salino e all’acqua alta a Venezia; alla crisi energetica che penalizza le imprese dei settori metalmeccanico, cartario e vetrario».
Giorgio Santini, presidente di AssVeSS, osserva che proprio il 25 settembre, ricorrerà il settimo anniversario dell’Agenda 2030, sottoscritta da 193 Paesi membri dell’Onu, con 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile da raggiungere entro otto anni. «La pandemia – rileva Santini – sta acuendo le disuguaglianze. Stiamo vivendo un inverno demografico, con l’abbandono dei territori: tanti paesi restano spopolati, tante aziende si trovano senza lavoratori». Tanta, insomma, la carne al fuoco per i candidati in lizza per Montecitorio e Palazzo Madama. Per Emanuele Alecci, già presidente di Padova capitale europea del volontariato e candidato del centrosinistra nell’uninominale del Senato, «lo sviluppo sostenibile porta a fare scelte che poi vanno protette sul territorio. La Camera di commercio ha fatto un lavoro importante: sono già 6.250 le aziende padovane che stanno investendo nel green. Così pure le pratiche di decarbonizzazione, che sono state avviate in questi anni, dovranno essere difese con coerenza in Parlamento».
Lino Bellato, candidato di Azione-Italia Viva nel plurinominale di Venezia- Treviso-Belluno, ricorda che «quando c’è stata la crisi del 2008, tutti hanno condiviso l’idea di un cambiamento del nostro modello di sviluppo. Poi però alcuni sprechi sono stati eliminati, altri no. Alcune scelte sono rimaste sospese. Io abito a San Donà. Quando c’è stata la tempesta Vaia, anche nel mio Comune il Piave è arrivato a un passo dall’esondazione. Se ci sarà un bis con tanta pioggia, pure il nostro territorio verrà allagato».
Secondo Enrico Cappelletti, capolista del M5s alla Camera nel plurinominale di Padova e Rovigo, «si deve al Movimento cinque stelle il varo del ministero della Transizione ecologica. Abbiamo fatto la legge sugli eco-reati, abbiamo istituito le comunità energetiche, abbiamo introdotto l’ecobonus. Sul nostro simbolo non c’è la fiamma tricolore, ma l’anno, il 2050, in cui la Co2 dovrà essere azzerata».
Giuseppe Castaman, candidato della Lega Salvini premier nel plurinominale di Vicenza, mette l’accento sul fatto che «le industrie del tessile e della concia si sono sviluppate nella provincia di Vicenza proprio grazie alla ricchezza d’acqua. Ora la siccità, che quest’estate è apparsa palpabile, ci costringe a nuovi modelli di sviluppo. Non si tratta solo di risparmiare risorse, ma di ripensare la qualità dei consumi». Candidata per il centrodestra all’uninominale della Camera e in corsa con Fratelli d’Italia nei plurinominali di Padova e di Vicenza, Elisabetta Gardini afferma che «la guerra in Ucraina sta riaprendo le centrali a carbone, sicché diventa irrealistico pensare che gli obiettivi dell’Agenda 2030, sottoscritti su base volontaria da 190 Paesi, verranno raggiunti con quella tempistica. L’Europa ha fatto un certo percorso contro l’inquinamento, ma abbatteremo la Co2 solo se tutto il mondo lavorerà a quell’obiettivo».
Luca Lendaro, in corsa alla Camera con Unione popolare nell’uninominale di Padova, sostiene che «per la nostra società serve un cambio di paradigma. Altrimenti, per dirla come il poeta Andrea Zanzotto, non abbiamo uno sviluppo sostenibile ma scorsoio: un cappio al collo. Il sistema non cambierà finché il profitto delle imprese verrà messo davanti alla salute delle persone. Poi sono tutti bravi a dire che ascoltano i giovani, ma noi li ascoltiamo davvero. Nel nostro programma esiste una sola grande opera: mettere in sicurezza il territorio».
Sandro Maculan, candidato al Senato per il Partito democratico nel plurinominale di Padova-Vicenza-Verona, ricorda di essere stato eletto otto anni fa sindaco di Zugliano: «Nel mio Comune abbiamo approvato una variante degli interventi che ha fatto diventare terreno agricolo 70 mila metri quadrati di terreno edificabile. Questa scelta ha provocato all’inizio qualche mal di pancia ma poi sono stato rieletto. E poi è arrivata un’altra variante da 30 mila metri quadrati: in totale 100 mila metri quadrati, non male per un ente di settemila abitanti».
A detta di Stefano Innocente Marangon, candidato di Azione-Italia Viva a Padova nell’uninominale del Senato, «c’è la necessità di creare una consapevolezza ambientale, dobbiamo passare dalla gestione dell’emergenza alla gestione della prevenzione. Bisogna cambiare il metodo di lavoro, quello di Draghi era vincente».
Sonia Perenzoni, in corsa alla Camera con il M5s nel plurinominale di Vicenza, rievoca la sua battaglia contro i Pfas: «All’inizio tutti ci osteggiavano, venivano derisi. Poi il caso Pfas è deflagrato. Ma la bonifica non è ancora iniziata, le falde sono a rischio per altri cento anni».
Sanità, tutela anziani, futuro, guerra e... Rai
Ma quali sono i principali impegni assunti dai candidati? Ecco i loro “telegrammi”. Alecci: «Lavorerò per sostenere il reddito del ceto medio e per la tutela degli anziani». Cappelletti: «Lotterò contro il precariato dei giovani». Castaman: «Il caro bollette sta ingenerando nella gente la paura del futuro». Gardini: «Dobbiamo mettere in sicurezza famiglie e imprese». Lendaro: «Noi diciamo stop alla guerra, tassazione al 90 per cento degli extraprofitti, stop ai jet privati». Maculan: «Taglio del cuneo fiscale in busta paga». Marangon: «La sanità deve fare un salto di qualità». Perenzoni: «Lotta alla mafia e all’illegalità, fuori i partiti dalla Rai».