Noi Padova, come essere presenza significativa in parrocchia

Numerosi i partecipanti all’appuntamento del 23 novembre a Vigodarzere. Il presidente Fabio Brocca ha individuato alcune chiavi per "essere" associazione in parrocchia: ascolto, sguardo e parola. Lanciate, durante la serata, le proposte formative per il 2019. E l'invito alla Marcia per la pace del 27 gennaio

Noi Padova, come essere presenza significativa in parrocchia

È stata più che soddisfacente l’adesione dei soci all’assemblea autunnale di Noi Padova, che si è svolta venerdì 23 novembre alle 20.45 nel centro parrocchiale di Vigodarzere, a dimostrazione di come gli iscritti all’associazione siano consapevoli dell’importanza della partecipazione, sia alle singole attività, sia agli appuntamenti periodici e agli incontri formativi.
Proprio l’invito alla partecipazione e alla presenza costante nella parrocchia è stato uno dei temi trattati durante l’assemblea. Si è parlato inoltre del valore della formazione e del confronto con altri circoli Noi che operano nella Diocesi, delle novità e dei primi appuntamenti per il prossimo anno.

Innanzitutto, un po’ di numeri, «non tanto per dire che l’associazione è “in salute” o che siamo bravi» ha esordito Fabio Brocca, presidente di Noi Padova, ma perché riflettere sui numeri aiuta a comprendere quali risorse e quali potenzialità siano insiti nei numeri stessi. «Il 2018 è stato un anno intenso per la nostra associazione, che ha raggiunto i 59.691 tesserati – ha continuato il presidente – Anche i corsi Haccp sono stati molto partecipati: alle 80 sessioni di corsi svoltesi in 47 serate hanno partecipato 4.257 persone di 170 circoli diversi, e sono previste altre 1.200 persone per il 2019».
Proprio per sottolineare l’importanza delle persone e mettere a frutto le loro potenzialità, a febbraio sono previste due serate di formazione riservate ai membri dei direttivi, che si svolgeranno in due luoghi diversi della diocesi (vedi i dettagli in alto a destra). «Questa proposta è stata pensata perché riteniamo che il direttivo, cuore dell’associazione, non debba chiudersi in se stesso, ma debba avere un orizzonte più ampio, sentire voci e condividere esperienze diverse – precisa Fabio Brocca – Nessuno è obbligato a parteciparvi ma, personalmente e come direttivo, abbiamo deciso di investire energie fisiche ed economiche perché crediamo che queste serate siano importanti per la formazione personale. È un regalo che abbiamo deciso di farvi. Spero vogliate accettarlo».

La formazione e l’informazione stessa appaiono ancor più importanti alla luce della riforma del terzo settore, che attualmente è ancora in fase di definizione, ma avrà delle significative ricadute anche su Noi associazione. Per chi lo desidera, inoltre, a partire dal prossimo anno ci sarà la possibilità di richiedere la tessera on-line. Tutto questo e molto altro è contenuto nel vademecum che è stato donato ai soci, un utile strumento di consultazione che riassume in poche pagine e in modo semplice, ma allo stesso tempo concreto, diverse risposte a domande riguardanti la gestione dei circoli Noi in rapporto alla parrocchia. «Questo documento, risultato di mesi di lavoro con l’aiuto della commissione costituita appositamente e con i vicari episcopali, aiuterà a fare chiarezza nei rapporti tra circolo e parrocchia. Tuttavia, al di là della consultazione di questo agile prontuario, molto dipende dall’atteggiamento costruttivo di ognuno all’interno della propria comunità, nel rapporto con gli organismi di comunione e nel rapporto di ciascuno con il proprio parroco».

Ma quali potrebbero essere le indicazioni da seguire per operare in modo proficuo nelle parrocchie? «Pensando alle Tracce di cammino della nostra Diocesi per l’anno pastorale 2018-19, “Il seminatore uscì a seminare”, mi sono chiesto come Noi associazione possa essere d’aiuto al seminatore. La risposta che mi sono dato è che l’associazione, essendo a servizio della parrocchia, può facilitare la preparazione del terreno al seminatore. In che modo? Uno dei contributi delle Tracce di cammino recita: “Il campo della parrocchia dà buoni frutti se quello della propria vita dà buoni frutti”. L’unico modo dunque è quello di “lavorare prima di tutto su se stessi”».
Si tratta, in sintesi, di ripensare la propria presenza come circoli Noi nei centri parrocchiali, passando dall’elenco delle attività da fare alla domanda sul come essere, che abbraccia tre dimensioni: la dimensione dell’ascolto, quella dello sguardo e quella della parola. «L’ascolto attento delle persone o dei gruppi, permette di comprendere quali siano le loro necessità; lo sguardo ci mostra con attenzione quali, tra le necessità emerse, siano realmente attuabili o proponibili nelle nostre realtà. Se all’ascolto autentico e allo sguardo limpido riusciamo a unire una parola buona, sicuramente potremo dare vita a gesti e attività di qualità».
Queste tre dimensioni consentono anche di confrontarsi in modo costruttivo e di conoscere meglio la realtà del proprio centro parrocchiale, cioè di fare e proporre attività più appropriate al nostro territorio, facendo anche in modo di rendere la presenza dei circoli Noi nei centri parrocchiali non passiva e scontata, ma una presenza accogliente e anche, perché no, conta-
giosa.

Un augurio per il 2019 alle porte? «Auguro a me stesso e a tutti di riuscire a preparare bene i nostri terreni di semina: ognuno di noi sappia come lavorare prima di tutto su se stesso per riuscire poi a portare buoni frutti e condividerli nelle proprie comunità. Vi ricordo inoltre i nostri due appuntamenti organizzati insieme ad altre realtà diocesane: la Marcia per la Pace che si svolgerà a Padova, all’Arcella, il prossimo 27 gennaio, e Openfield previsto indicativamente per il 30 marzo. Ritengo che partecipare a questi due appuntamenti sia importante perché ci permette di ampliare il nostro sguardo sulla realtà diocesana e di non chiuderci nelle nostre piccole e rassicuranti realtà».
Fabio Brocca ha voluto ringraziare, durante l’assemblea, in particolare la parrocchia di Vigodarzere che ha ospitato l’incontro, suor Francesca Fiorese, don Leopoldo Voltan «per la loro presenza tra noi. Grazie anche a don Mirco Zoccarato, che continua a essere nostro assistente spirituale nonostante sia diventato parroco».

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