Myanmar: pesanti combattimenti nella città di Loikaw. P. Soe Naing, “200 sfollati accolti in cattedrale ma è impossibile rimanere qui”
“Finora siamo tutti al sicuro e sopravviviamo grazie alla protezione di Dio. Ma la guerra è entrata nella città di Loikaw. Da tre giorni sono in corso pesanti combattimenti. Siamo attaccati non solo con armi pesanti ma anche con aerei ed elicotteri. Ci sono molti sfollati interni (circa 200) nel complesso della cattedrale. Ci sposteremo in un altro posto perché qui è impossibile rimanere”.
È padre Francis Soe Naing, cancelliere della diocesi di Loikaw, a dare al Sir la notizia di quanto in questi giorni sta succedendo nella città di Loikaw, nello Stato di Kayah, dilaniato dal conflitto, nel Myanmar orientale. La Chiesa cattolica locale sta aiutando a evacuare e dare riparo a migliaia di persone in fuga dalle loro case. Sta fornendo cibo e beni di prima necessità ai rifugiati dentro e intorno a Loikaw, dove i combattimenti sono aumentati dal 6 gennaio. L’esercito sta attaccando la popolazione con gli aerei e bombardamenti di artiglieria e in città due terzi della popolazione, circa 50.000 persone, è fuggita dalle proprie case alla ricerca di luoghi più sicuri. Situazione critica anche nel villaggio di Chan Thar nell’arcidiocesi di Mandalay dove anche qui si sta registrando una escalation dei combattimenti e molti abitanti sono stati costretti a fuggire dalle loro case. Lo scorso giugno, le truppe della giunta hanno fatto irruzione nella chiesa dell’Assunzione e nella casa del clero a Chan Thar e hanno arrestato sei giovani sacerdoti per sospetti legami con gruppi di resistenza civile. Secondo un bilancio stilato dall’agenzia di informazione cattolica per l’Asia, UcaNews, quattro diocesi – Hakha, Kalay, Loikaw e Pekhon – delle 16 diocesi della nazione dilaniata dal conflitto sono state duramente colpite in seguito al colpo di Stato militare dello scorso febbraio che ha innescato manifestazioni di protesta e una crescente resistenza da parte delle milizie. Il conflitto crescente, in particolare nelle regioni prevalentemente cristiane abitate dalle minoranze Kayah, Chin e Kachin, ha provocato bombardamenti e razzie delle chiese. Preti e pastori sono stati arrestati mentre molti civili disarmati, compresi i cristiani, sono stati uccisi. Più di 1.400 persone sono state uccise, inclusi almeno 50 bambini, e oltre 10.000 persone sono state arrestate dal colpo di Stato.