Morti del lavoro: la tragedia dei quattro agricoltori indiani di Pavia e i dati Inail
Per contrastare il fenomeno c’è consapevolezza che la prevenzione sia la pratica più efficace. Lo conferma la varietà delle motivazioni che accompagnano i decessi e gli infortuni.
È dura apprendere che i luoghi del lavoro continuano a essere insicuri. La tragedia che ha coinvolto i quattro agricoltori indiani nella provincia di Pavia, ci ricorda che ci sono ancora persone che non tornano a casa alla fine della giornata.
Le morti sul lavoro sono aumentate in Italia nei primi sette mesi del 2019. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno si contano 599 le denunce di infortunio con esito mortale: il 2% in più. I dati rilevati dall’Inail certificano un aumento drammatico che testimonia la difficoltà di combattere una piaga che infligge sofferenza e dolore alle famiglie colpite dal lutto e che danneggia la società.
Per contrastare il fenomeno c’è consapevolezza che la prevenzione sia la pratica più efficace. Lo conferma la varietà delle motivazioni che accompagnano i decessi e gli infortuni, dovuti spesso a inadempienze legislative nell’organizzazione dei processi lavorativi, nelle mancate precauzioni adottate dalle aziende. Altre volte ci sono origini derivate da strutture fatiscenti o da strumentazioni inadeguate. Ma le cause possono essere originate anche da carenze culturali, da imprudenze e distrazioni dovute a consuetudini, da pressioni legate alla voglia di conseguire un risultato. A volte le ragioni si sovrappongono e si confondono.
Per ridurre il pericolo sicuramente le leggi e le norme dovrebbero essere applicati e le ispezioni dovrebbero essere più diffuse sul territorio, però c’è anche un impegno educativo che deve essere promosso, perché ognuno deve assumersi le proprie responsabilità e tutti dovrebbero acquisire la consapevolezza che la vita è più preziosa di un qualsiasi compito da portare a termine.
Purtroppo le morti sul lavoro sono solo un primo aspetto della sicurezza. I dati dell’Inail ci ricordano anche che nei primi sette mesi sono aumentate anche le denunce per malattie professionali: oltre le 38mila, mille in più. Le prime quattro patologie colpiscono il sistema osseo, il sistema nervoso, l’orecchio e il sistema respiratorio.
Gli indicatori ci ricordano la difficoltà nel migliorare la qualità del lavoro. Non è sufficiente, infatti, creare posti di lavoro. In una società dove i contratti sono sempre più flessibili è molto importante curare la sicurezza, perché essere precari aumenta la disponbilità a correre rischi.