Migranti, stop agli aerei di Sea Watch. “Ennesimo ostacolo al soccorso”
Enac ha revocato il permesso per l’aeroporto di Lampedusa. La missione di ricognizione aree dei due velivoli Moonbird e Colibrì è per ora ferma. Linardi: “Gli occhi della società civile danno fastidio”. Enac: “Previsto dalle regole”
ROMA - Bloccati gli aerei di ricognizione, Moonbird e Colibrì, dell’ong tedesca Sea Watch operati insieme all’organizzazione francese Pilotes volontaires. Ai due velivoli è stato negato per la prima volta il parcheggio all’aeroporto dell’isola di Lampedusa. L’Enac ha chiesto un permesso per operazioni speciali, un’autorizzazione che in passato non era mai servita per poter utilizzare la pista dell’aeroporto siciliano. Per ora, dunque, in attesa che la situazione si sblocchi, la missione area resta ferma.
L’Enac contattata da Redattore sociale fa sapere di “non aver concesso l'autorizzazione ai voli Moonbird e Colibrì perché le norme nazionali, così come quelle in vigore negli altri Paesi europei, per questi aeromobili prevedono l'uso solo per le sole attività ricreative e non professionali. Nello specifico, il Colibrì non è un aeromobile certificato secondo standard di sicurezza noti , è in possesso di un permesso di volo speciale che non gode di un riconoscimento su base di reciprocità per condurre operazioni diverse da quelle sopra menzionate, tanto meno condotte in alto mare - sottolinea l’Ente -. Il velivolo, inoltre, è stato inoltre oggetto di modifiche significative di cui non abbiamo tranciabilità”.
Per Enac le operazioni di Search And Rescue sono “operazioni professionali che nel nostro sistema richiedono un regime autorizzativo non compatibile, peraltro, con gli aeromobili di costruzione amatoriale. Di tutto ciò abbiamo dato informazioni al proprietario esercente del velivolo e all'autorità francese - precisa ancora Enac, specificando che lo stesso vale anche per Moonbird “un aereo svizzero che presenta comunque caratteristiche molto simili a quelle del Colibrì”. “L'attività Enac è finalizzata all'attuazione e al rispetto delle norme di sicurezza che regolano e disciplinano le operazioni di volo” conclude l’Ente.
Il progetto di ricognizione civile nasce nell’aprile del 2017, per monitorare il Mediterraneo centrale e offrire supporto alle operazioni di salvataggio in mare. L’iniziativa ha il sostegno della Chiesa evangelica tedesca. Negli ultimi anni gli aeroplani delle ong, oltre a segnalare le imbarcazioni in difficoltà, hanno denunciato anche alcuni casi di naufragio. Come il 23 maggio scorso quando da un video realizzato proprio a bordo di Moonbird si vede un uomo sparire tra le onde vicine a un gommone in distress.
Per Sea Watch il blocco dei velivoli per “complicazioni burocratiche” è l’ennesimo tentativo di ostacolare l’attività di soccorso in mare delle ong. “Le nostre operazioni aeree sono attenzionate perché gli occhi della società civile danno fastidio, sia in cielo che in mare”, sottolinea la portavoce Giorgia Linardi.
Intanto, secondo quanto rivelato dal quotidiano britannico The Guardian a inizio agosto, proprio il controllo aereo delle frontiere marittime sta diventando uno dei tasselli fondamentali della presente e futura strategia messa in campo dall'Europa per il controllo dei flussi migratori. L'agenzia europea di sorveglianza delle frontiere esterne Frontex oltre a gestire le politiche di rimpatrio degli stati membri dell’Ue è parte anche di un investimento da 103 miliardi di euro in aeromobili a pilotaggio remoto. Droni, telecamere aeree sul Mediterraneo, per controllare i confini e in teoria anche i naufragi che lì avvengono. Tuttavia alla richiesta di inviare copia delle istruzioni che gli operatori dei droni dovrebbero seguire qualora “intercettassero” un’imbarcazione in stato di pericolo, Frontex ha risposto di non poter inviare quei materiali.
Eleonora Camilli e Francesco Floris