Mafie, “ridotto dell’80% il Fondo per amministratori vittime di intimidazioni e azzerato quello per i comuni sciolti”

Avviso Pubblico rivela due delle disposizioni inserite nella proposta della nuova legge di Bilancio per l’anno finanziario 2025 e di bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027. “Sostenere e proteggere le amministratrici e gli amministratori locali minacciati e intimiditi, insieme a quelli che amministrano con serietà gli enti locali sciolti per infiltrazione mafiosa, è un dovere a cui la politica non può sottrarsi”

Mafie, “ridotto dell’80% il Fondo per amministratori vittime di intimidazioni e azzerato quello per i comuni sciolti”

Ridotto di oltre l’80 per cento – da 6 a 1 milione di euro – il fondo destinato agli amministratori locali vittime di intimidazioni. Azzerato quello da 5 milioni di euro destinato per le opere pubbliche nei Comuni sciolti per mafia. Sono duedelle disposizioni inserite nella proposta della nuova legge di Bilancio per l’anno finanziario 2025 e di bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027, attualmente in discussione presso la Commissione Bilancio della Camera. A rivelarlo è Avviso Pubblico, l'Associazione nata nel 1996 per riunire gli Amministratori pubblici che si impegnano a promuovere la cultura della legalità democratica.

Il Fondo “Amministratori sotto tiro”

Ricorda Avviso Pubblico: “Istituito dalla legge n. 234 del 2021 (Legge di Bilancio per il 2022), rivolto agli enti locali e finalizzato all’adozione di iniziative per la promozione della legalità e di misure di ristoro del patrimonio dell’ente o in favore di amministratori locali che hanno subito episodi di intimidazione connessi all’esercizio delle funzioni esercitate, il fondo – con una dotazione iniziale di 5 milioni di euro annui per il 2022, poi saliti a 6 per il 2023 e 2024 – sarà ridotto ad un solo milione per il prossimo anno e nel 2026.

Un taglio drastico, che mette a rischio sia la possibilità di ristorare i danni subiti da amministratrici e amministratori minacciati e intimiditi – case e auto danneggiate o incendiate, aggressioni, danni a strutture e mezzi comunali – sia la possibilità di attuare progetti di formazione per il personale della Pubblica amministrazione e per migliaia di giovani, a partire da quelli che frequentano le scuole, su temi importanti quali la cittadinanza responsabile, la trasparenza, la cultura della legalità costituzionale”.

Una scelta che, per Avviso Pubblico, appare difficilmente comprensibile considerando, i dati diffusi dall’Osservatorio sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali del Viminale  che, in merito al primo semestre del 2024, evidenzia ‘a livello nazionale, un aumento del 26,7 % degli eventi di minaccia verso gli amministratori locali, essendo stati registrati 327 episodi di intimidazione, a fronte dei 258 censiti nel primo semestre 2023’”.

Oltre 5 mila intimidazioni: sotto tiro il 20% dei Comuni italiani

Da quando Avviso Pubblico, nel 2011, ha portato all’attenzione delle istituzioni, dei media e dell’opinione pubblica la questione degli “Amministratori sotto tiro”, sollevando un problema di portata nazionale ancorché sommerso, sono stati 5.400 i casi di minaccia e intimidazione censiti dall’associazione in tutto il territorio italiano, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia. Una media di quasi 400 casi ogni anno, più di una intimidazione al giorno.

Gli atti intimidatori censiti da Avviso Pubblico sul territorio nazionale dal 2010 al 2023 sono stati registrati sul territorio di 1.616 comuni italiani, il 20,4% del totale. Anche i dati del 2024 di Avviso Pubblico, come quelli del Viminale, confermano un nuovo aumento delle minacce sul territorio nazionale: nel primo semestre del 2024 sono aumentati del 20,6%  rispetto allo stesso periodo del 2023.
“Numeri che suggerirebbero un rafforzamento delle tutele, un innalzamento della guardia, non di certo un taglio così netto di un fondo tanto importante”, afferma l’associazione.

L’azzeramento del fondo sui Comuni sciolti per mafia

Contestualmente, il Fondo per la realizzazione e la manutenzione di opere pubbliche negli Enti locali sciolti per mafia viene azzerato a decorrere dall’anno 2025 (art. 104, comma 19, lett. a della legge di Bilancio 2025).
“Nel 2024, grazie a questo Fondo sono stati erogati 5 milioni ai Comuni sciolti (qui  i dettagli), ossia l’intero importo del Fondo che ora viene completamente definanziato (senza che si attingesse alle risorse non utilizzate di un altro Fondo, quello per il finanziamento dei bilanci degli Enti locali, che pure potrebbero confluire nel Fondo per i Comuni sciolti secondo il comma 278 della L. 205/2017). Anche in questo caso, si tratta di una scelta non comprensibile. Com’è noto, infatti, i Comuni che subiscono il decreto di scioglimento per infiltrazioni mafiose – un provvedimento che ha natura preventiva – molto spesso si trovano ad affrontare situazioni economiche delicate, per non dire di dissesto finanziario. I Comuni che vengono da un commissariamento per mafia – e gli amministratori eletti dopo la gestione straordinaria – incontrano maggiori difficoltà e avrebbero necessità di un sostegno, anche finanziario, motivo per cui il fondo in questione è stato creato. È importante ricordare che con i nove scioglimenti già decretati nel 2024, sono diventati 394 gli Enti locali sciolti per infiltrazioni mafiose dal 1991. Alla media di uno al mese. Sono attualmente 21 i Comuni in gestione straordinaria a seguito di scioglimento, con una popolazione coinvolta che sfiora i 250 mila abitanti”.

In considerazione di quanto sopra esposto, nel rispetto della loro autonomia decisionale, Avviso Pubblico chiede al Parlamento e al Governo di “rivedere le proposte di taglio ai due fondi citati, mantenendone inalterato lo stanziamento”
“Sostenere e proteggere le amministratrici e gli amministratori locali minacciati e intimiditi insieme a quelli che amministrano con serietà, competenza e responsabilità gli enti locali sciolti per infiltrazione mafiosa è un dovere a cui la politica non può sottrarsi”, conclude Avviso Pubblico. Per queste ragioni, l’associazione ha scritto una lettera al Presidente del Consiglio, ai ministri dell’Interno e dell’Economia e Finanze, alla Presidente e ai componenti della Commissione parlamentare antimafia.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)