La scomparsa di mons. Gianfranco Agostino Gardin. Un «fratello buono» dallo sguardo profetico
Il 21 giugno è scomparso, a ottant’anni, mons. Gianfranco Agostino Gardin, già ministro provinciale e ministro generale dell’ordine dei Frati Minori Conventuali, vescovo emerito di Treviso. Nato a San Polo di Piave, in provincia di Treviso, il 15 marzo 1944, Gardin entrò in seminario a Brescia nell’ottobre 1958.
A Padova nella basilica di Sant’Antonio fece la professione solenne il 4 ottobre 1965, fu ordinato sacerdote cinque anni più tardi e venne consacrato arcivescovo nell’agosto 2006. Lunga la sua permanenza nella città di Padova in diverse realtà dei Frati Minori Conventuali: l’Istituto teologico Sant’Antonio Dottore (1974-77 e 1978-79), il convento dell’Arcella (1977-78), il Convento dell’Immacolata (1979-88 e 2005-06), al Santo (1988-1995), periodo nel quale fu eletto dal Capitolo provinciale come Ministro provinciale dell’allora Provincia padovana dei Frati Minori Conventuali (attuale Provincia italiana di Sant’Antonio di Padova). Nel 1995 a Roma venne eletto Ministro generale dal Capitolo generale dell’ordine, incarico che ricoprì fino al 2001. Dal 2009 al 2019 fu vescovo di Treviso e, successivamente vescovo emerito di Treviso. Collaboratore del Messaggero di sant’Antonio dal 1978; nel 1981 da una sua intuizione, del confratello padre Giacomo Panteghini, allora direttore generale del Messaggero, e di mons. Luigi Sartori, teologo della Diocesi di Padova, nacque la rivista bimestrale Credere oggi pubblicata per i tipi delle Edizioni Messaggero Padova. Di essa fu direttore fino al 1988, anno della sua elezione a Ministro provinciale. Così il Ministro provinciale padre Roberto Brandinelli, nella sua lettera di condoglianze ai confratelli della Provincia, al vescovo di Treviso mons. Michele Tomasi e alla famiglia di padre Gardin: «Purtroppo sapevamo delle condizioni molto gravi di padre Agostino e anche dell’ulteriore peggioramento degli ultimi giorni. Eravamo consapevoli che sorella morte non avrebbe tardato a fargli visita. Con padre Agostino ci lascia un fratello buono, dotato di grandi capacità intellettuali e organizzative. Aveva una visione del futuro della Chiesa e dell’ordine che per anni è stata capace di orientarne il cammino. Chi di noi ha vissuto gli anni del suo generalato ricorderà il grande impegno sui temi della significatività, della formazione, della trasparenza economica. E come dimenticare l’impegno di vescovo segretario della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, con la stesura di importanti documenti tra i quali spicca senz’altro Il servizio dell’autorità e l’obbedienza. Per me, in questi anni di ministero in Provincia, sono state tante le volte che ho sentito parlare di lui, del ruolo incisivo che ha impresso alla Provincia negli anni del suo triplice mandato (1988-95), l’ultimo dei quali interrotto dalla elezione a Ministro generale. Erano altri tempi, c’erano maggiori risorse umane ed una età media inferiore. Eppure già si sperimentavano grandi cambiamenti a livello sociale, culturale ed ecclesiale. E padre Agostino seppe intercettarli, avviando anche coraggiose riforme all’interno della Provincia. Pensiamo soltanto alla chiusura dei seminari minori e all’apertura della missione in Cile. C’è stato poi il lungo periodo di servizio alla Chiesa come vescovo della Diocesi di Treviso, un periodo intenso e generoso, durante il quale i rapporti con la nostra famiglia religiosa sono rimasti sempre molto stretti e sentiti». I funerali vengono celebrati venerdì 28 giugno alle 10.30 nella Cattedrale di Treviso dal patriarca Francesco Moraglia.