La Consulta apre alla società civile. Palma: “Svolta che ci allinea con l’Europa”
Il Garante nazionale commenta le modifiche al regolamento della Corte Costituzionale: “Vanno in tre direzioni: allineamento con le altre Corti, necessità di avere il parere di alte professionalità e apertura alle istanze aggregate della società”
ROMA – La Corte Costituzionale apre le porte alla società civile, allineando il proprio regolamento a quello delle Corti sovranazionali. “Anche la società civile, d’ora in poi, potrà far sentire la propria voce sulle questioni discusse davanti alla Corte costituzionale. Lo ha deciso la Consulta con una delibera dell’8 gennaio 2020, modificando le norme che regolano i suoi giudizi. Le modifiche entreranno in vigore con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale”.
L’annuncio è arrivato con una nota ufficiale, rappresenta una svolta importante e il primo passo della presidenza Cartabia. La commenta per Redattore Sociale il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà, Mauro Palma.
“Il nuovo articolo 4-ter delle Norme integrative per i giudizi davanti alla Corte costituzionale – spiega la nota - prevede che qualsiasi formazione sociale senza scopo di lucro e qualunque soggetto istituzionale, se portatori di interessi collettivi o diffusi attinenti alla questione in discussione, potranno presentare brevi opinioni scritte per offrire alla Corte elementi utili alla conoscenza e alla valutazione del caso sottoposto al suo giudizio”.
Professor Palma, che cosa cambia e qual è la portata delle modifiche al regolamento?
“Sono cambiamenti molto importanti – commenta Mauro Palma – e che presentano più aspetti. Il primo prevede la possibilità che la Corte possa avvalersi anche dell’opinione di un soggetto esterno, che può essere ad esempio una università, un soggetto istituzionale o una associazione, in un caso specifico che sia in discussione. Nel linguaggio giuridico si chiama ‘amicus curiae’: un soggetto ‘amico della Corte’ che fornisce un proprio parere sul caso, aiutando i giudici a decidere. Questa possibilità è già prevista nei regolamenti delle Corti sovranazionali ma fino a questo momento non era inserita in quello della Corte Costituzionale italiana”.
Il Garante Nazionale aveva già fatto un tentativo in questa direzione…
“Sì, il Garante Nazionale, che si è presentato con altri come ‘amicus curiare’ alla Corte Europea, nel caso riguardante l’ergastolo ostativo, aveva formulato una richiesta analoga anche alla Corte Costituzionale italiana, nel caso dei permessi premio alle persone con reati ostativi. Ma la Consulta aveva risposto che non poteva acconsentire perché non previsto dal regolamento. Invece d’ora in poi sarà possibile intervenire”.
“Altra rilevante modifica approvata dalla Corte consiste nella previsione, nel nuovo articolo 14-bis delle Norme integrative, della possibilità di convocare esperti di chiara fama, qualora ritenga necessario acquisire informazioni su specifiche discipline - prosegue la nota della Consulta -. Il confronto con gli esperti si svolgerà in camera di consiglio, alla presenza delle parti del giudizio”.
“Questa è un’altra importante apertura – sottolinea il Garante Nazionale – perché prevede che la Corte possa chiedere un parere in sede di Camera di Consiglio a un esperto di alta e riconosciuta professionalità e competenza ed evidenzia la necessità di conoscere anche pareri ‘esterni’ nelle diverse materie in discussione”.
La terza modifica riguarda i giudizi in via incidentale, proposti da un giudice nel corso di un giudizio civile, penale o amministrativo. In questo caso, spiega la nota, “potranno intervenire, oltre alle parti di quel giudizio e al Presidente del Consiglio dei ministri (e al Presidente della Giunta regionale, nel caso di legge regionale), anche altri soggetti, sempre che siano titolari di un interesse qualificato, inerente in modo diretto e immediato a quel giudizio. Coloro che chiedono di intervenire potranno eventualmente essere autorizzati ad accedere agli atti del processo costituzionale anche prima dell’udienza”.
“Il segnale che ha voluto dare la Corte va, quindi, in tre direzioni – conclude Mauro Palma -: il tendenziale allineamento ai regolamenti delle altre Corti, la necessità di avere anche il parere di alte professionalità e l’apertura alle istanze aggregate della società, con la possibilità, per esempio per le associazioni non governative, di intervenire producendo una memoria scritta. In questo senso la Corte riafferma di essere parte del sociale complessivo”.