L’uragano Ida devasta il Paese, è corsa alla solidarietà per gli sfollati. Mons. Gomez (Conf. ep. Usa): “Preghiamo per la sicurezza”
Acqua potabile. E’ la richiesta pressante che arriva dalle parrocchie, dalla Caritas, dalla protezione civile, dalle organizzazioni. Dopo il passaggio dell’uragano Ida è diventato un bene di prima necessità, mentre altra acqua continua a sommergere interi quartieri di New Orleans, delle campagne della Louisiana e di vaste aree del Mississippi e del Tennessee. Dopo l’acqua l’altra richiesta sono i generatori elettrici da mettere a disposizione di un quartiere o di un centro di soccorso per caricare i cellulari, poter scaldare il cibo in scatola, per le persone malate che necessitano aria condizionata. E poi ci sono le bombole del gas per attivare piccoli fornelli da campo, in uno Stato dove tutto o quasi è alimentato con elettricità.
(da New York) Acqua potabile. E’ la richiesta pressante che arriva dalle parrocchie, dalla Caritas, dalla protezione civile, dalle organizzazioni. Dopo il passaggio dell’uragano Ida è diventato un bene di prima necessità, mentre altra acqua continua a sommergere interi quartieri di New Orleans, delle campagne della Louisiana e di vaste aree del Mississippi e del Tennessee. Dopo l’acqua l’altra richiesta sono i generatori elettrici da mettere a disposizione di un quartiere o di un centro di soccorso per caricare i cellulari, poter scaldare il cibo in scatola, per le persone malate che necessitano aria condizionata. E poi ci sono le bombole del gas per attivare piccoli fornelli da campo, in uno Stato dove tutto o quasi è alimentato con elettricità. Ieri le 8 compagnie elettriche della Louisiana hanno dichiarato che ci vorranno settimane prima di ritornare ad un pieno funzionamento della rete: la devastazione è inimmaginabile.
I venti ad oltre 240 chilometri orari di Ida hanno sradicato tralicci e pali, oltre che sommergere intere città o scoperchiare tetti,
come è successo al condominio di sette piani di Metairie, i cui residenti sono riusciti ad evacuare in tempo il palazzo. Di questi, 34 anziani sono stati soccorsi nella vicina parrocchia di san Francesco Saverio trasformata per loro in rifugio di emergenza, ma senza elettricità. Le condutture del palazzo sono esplose e l’acqua dell’uragano continuava a salire quando la protezione civile ha chiamato padre Palermo per chiedergli di ospitare questi ultimi sfollati.
La chiesa ha provvisto coperte, acqua e bagni, trasformandosi da luogo di liturgia a casa.Del resto le Messe nella diocesi sono state sospese, mentre le scuole resteranno chiuse fino al 7 settembre. L’arcivescovo Gregory M. Aymond, ha visitato alcune delle parrocchie e delle chiese per valutare l’entità dei danni.
Proprio nel cortile di una delle chiese ha registrato un messaggio video ricordando l’episodio evangelico della tempesta sedata e che “Gesù promette di camminare con noi nelle tempeste della vita e negli uragani della vita”.Ieri in alcune aree di New Orleans è tornata l’elettricità, ma il sindaco ha dovuto istituire il coprifuoco per impedire furti e vandalismi a seguito della catastrofe. Due persone sono state arrestate mentre frugavano tra i detriti di alcune case. L’emergenza vera continua nelle aree rurali dove fiumi d’acqua continuano a scorrere e le popolazioni continuano a rimanere isolate.
“Il sud di Lafourche è completamente devastato. Niente acqua, niente elettricità, niente cibo, niente gas. Si sentono un po’ dimenticati e so che sarebbero per sempre grati per qualsiasi aiuto” è l’appello di Noemi, che lì ha una parte della sua famiglia. Il diacono Jeff Tully che gestisce le strutture sanitarie della diocesi ha dichiarato che i danni sono stati minimi, anche se il vento ha scoperchiato il tetto di una delle case di cura. “Ovviamente, abbiamo rami e detriti ovunque. Non abbiamo avuto morti” spiega il diacono, precisando che c’è ancora cibo e carburante per sette giorni. I generatori serviranno per garantire ossigeno agli ammalati per almeno una settimana.
Intanto Catholic Charities del sud ovest della Louisiana ha offerto 900 pasti agli sfollati di Lake Charles; i cui abitanti lo scorso anno si erano mobilitati per soccorrere chi aveva perso tutto anche nell’area del Texas più vicina.Offrire un piatto caldo di penne alla bolognese con parmigiano è la missione che si è dato lo chef José Andrés, fondatore della World Central Kitchen, che sta servendo pasti e panini sia ai residenti che hanno dovuto lasciare tutto e ai primi soccorritori, che senza sosta stanno liberando le strade dai detriti e ripristinando almeno la viabilità”. Andrés si sta spostando nei luoghi che sono stati sulla traiettoria dell’uragano per offrire sollievo, dopo la distruzione, rispondendo anche ad appelli che gli giungono via Facebook. “Sto cercando di raggiungere quante più comunità possibili, il più velocemente possibile, in particolare le persone che hanno perso tutto”, spiega lo chef, aggiungendo che
“nessuno dovrebbe provare il dolore della fame … e l’acqua in particolare in un momento dove l’aria è così umida e così calda”.
L’arcivescovo José H. Gomez, presidente della Conferenza dei vescovi cattolici ha dichiarato che molte diocesi sono state colpite dall’uragano e man mano che si sposta nell’entroterra, il carico di distruzione continua.
Monsignor Gomez invita tutti alla preghiera “per la sicurezza, il benessere e la protezione di tutti”, ma in particolar modo degli operatori sanitari, dei primi soccorritori
che “stanno portando sollievo e guarigione” e raccomanda a tutti i fedeli e non solo di essere solidali con le comunità colpite offrendo contributi economici o tempo e mezzi per andare incontro a chi è più colpito.