"L'uomo dal piè storto": una spia potente, scaltra e affascinante
La disabilità del dottor Grundt non rappresenta un ostacolo negli inseguimenti e soprattutto nella sua carriera di spia, a capo di una rete di agenti segreti. Il romanzo di Valentine Williams, tradotto da Quodlibet. Un personaggio con disabilità che è influente, un eroe negativo che affascina
Quando l’esperienza personale entra nella scrittura, la rende più verosimile e incalzante? Bisognerebbe girare la domanda al londinese Valentine Williams (1883-1946), giornalista all’agenzia Reuters, come il padre e il nonno, e corrispondente a Berlino. Nel 1916, mentre la prima guerra mondiale è in corso, Williams resta gravemente ferito nel corso della battaglia della Somme. Nel lungo periodo di ricovero, scrive il romanzo “L’uomo dal piè storto”, uscito due anni dopo e salutato da un successo internazionale. Tradotto ora da Quodlibet, il volume evoca dapprima colui che dà il titolo al libro come lo Stelze (che in tedesco vuol dire trampolo, ovvero zoppo), antagonista dell’ufficiale inglese, alias voce narrante. Ma solo a pagina 71 l’avversario entra con la sua fisicità massiccia nella narrazione tinta di giallo: alla stazione di Rotterdam "zoppicava fortemente e si appoggiava ad un bastone. Constatai che aveva una gamba più corta e che il suo viso era inondato di sudore".
La disabilità del dottor Grundt (questo il suo nome) non rappresenta un ostacolo negli inseguimenti e soprattutto nella sua carriera di spia, a capo di una rete di agenti segreti. Finalmente un personaggio con disabilità che è potente e influente, un eroe negativo che affascina per la sua bravura e scaltrezza.
(La recensione è tratta dal numero di SuperAbile INAIL di aprile, il mensile dell’Inail sui temi della disabilità)