Italia, reati d’odio in crescita: dai 555 del 2015 ai 1048 del 2017
Il report di Lunaria. Nel 2017 i reati di matrice razzista e xenofoba sono risultati 828, il 79% del totale. La disaggregazione dei dati per tipologia di reati commessi include per la prima volta i reati di incitamento alla violenza razzista: si tratta di 337 casi, che rappresentano il 40,7% dei reati denunciati
ROMA – I sistemi ufficiali di rilevazione dei dati disponibili sia a livello internazionale che nazionale non forniscono un quadro rappresentativo della diffusione dell’hate speech. Ciò è dovuto in parte alla mancata standardizzazione dei sistemi di rilevazione, dall’altra alla forte reticenza a denunciare da parte dei gruppi più vulnerabili. Di particolare difficoltà risulta il monitoraggio dei discorsi di odio online, data la grande propagazione del fenomeno, l’oggettiva difficoltà a monitorare milioni di pagine ufficiali e di profili personali e l’ancora insufficiente collaborazione assicurata ad oggi dai gestori dei principali social networks. Anche per questi motivi, sono state promosse nei singoli paesi diverse iniziative di monitoraggio da parte della società civile. “Iniziative apprezzabili, che tuttavia non possono certo sostituire le attività di rilevazione dei dati ufficiali (statistici e amministrativi) che dovrebbero essere prodotti in modo sistematico e resi pubblicamente disponibili, così come raccomandato dalle organizzazioni internazionali”.
Il report internazionale di Lunaria – che ha analizzato l’hate speech nel discorso pubblico in sei Paesi europei - ha sintetizzato le informazioni più significative raccolte nei singoli contesti, rinviando ai report nazionali per maggiori dettagli.
I reati d’odio in Italia
In Italia, la statistica ufficiale nazionale non offre dati riferiti specificamente ai discorsi di odio. La fonte ufficiale di riferimento più attendibile è quella offerta dall’Osservatorio Odihr/Osce che pubblica ogni anno un rapporto internazionale sui reati di odio, alimentato dai dati ufficiali forniti dalle Forze dell’Ordine e da Oscad e integrato dalle informazioni fornite dalle organizzazioni della società civile.
Gli ultimi dati pubblicati disponibili si riferiscono al 2017. Considerando solo i dati forniti dalle Forze dell’Ordine, emerge una tendenza crescente a partire dal 2016: i reati di odio documentati sono passati dai 555 del 2015, ai 736 del 2016 ai 1048 del 2017. La distribuzione dei reati di odio documentati in base al movente, evidenzia una netta prevalenza dei reati di matrice razzista e xenofoba che ricomprendono tutti i reati registrati nel database SDI (Sistema di Indagine Interforze) con un movente che denota un pregiudizio contro la “razza”/colore della pelle, l’etnia Roma e Sinti, la nazionalità, la lingua, l’antisemitismo, i musulmani e i membri di altre religioni.
Nel 2017 i reati di matrice razzista e xenofoba sono risultati 828, il 79% del totale. La disaggregazione dei dati per tipologia di reati commessi include per la prima volta i reati di incitamento alla violenza razzista: si tratta di 337 casi, che rappresentano il 40,7% dei reati denunciati sulla base di un movente xenofobo o razzista. Tra i dati ufficiali nazionali disponibili è opportuno citare quelli di Oscad che purtroppo non sono disaggregati su base annuale. Tra il 10 settembre 2010 e il 31 dicembre 2018 Oscad ha ricevuto 2.532 segnalazioni. I reati di matrice discriminatoria sono risultati 1.164, cui si aggiungono 368 reati di matrice discriminatoria concernenti il web. Il 59,3% del totale dei 1.564 reati discriminatori riscontrati è ricondotto a un movente etnico o razzista.