Impeachment per il Presidente Trump: i cattolici attendono l’esito della procedura, senza enfasi
All'indomani dell’annuncio dell’impeachment per il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, le reazioni da parte dei media cattolici sono tiepide. Cosa accadrà si vedrà nei prossimi giorni
(da New York) Tiepide reazioni da parte dei media cattolici all’annuncio dell’impeachment per il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Martedì pomeriggio, la presidente-portavoce della Camera, Nancy Pelosi, aveva dichiarato che “le azioni della presidenza Trump aveva rivelato il disonorevole tradimento da parte del presidente del suo giuramento, un tradimento della nostra sicurezza nazionale e un tradimento dell’integrità del nostro elezioni “. Il presidente americano, in una telefonata del 25 luglio, aveva chiesto al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, “il favore di indagare sul figlio di Joe Biden”, principale avversario alle presidenziali del 2020: un reato grave, secondo gli accusatori perchè di fatto apre ad un potere straniero la possibilità di interferire nelle elezioni presidenziali. La presidente della Camera non ha fornito indicazioni su come il processo andrà avanti e del tempo necessario per aprire le indagini, tuttavia il Senato, a maggioranza repubblicana, potrebbe bloccare il processo prima ancora che si inizi a stabilire le regole.
“Per vedere il valore di questa impresa è necessario guardare al di là della politica”, spiega il National Catholic Reporter in un editoriale a cura dello staff, dove si evidenza il rischio che l’impeachment si ritorca contro i democratici durante le prossime elezioni. Tuttavia “impegnarsi in un processo che tenta di arrivare alla verità e ritenere questo presidente – incomparabilmente sprezzante delle istituzioni e dei protocolli democratici – responsabile di almeno alcuni dei suoi comportamenti distruttivi merita lo sforzo. Se per nessun altro motivo, almeno va condotto per amore della storia. La nostra democrazia e l’integrità delle elezioni che la sostengono lo meritano”.
“America”, la rivista dei gesuiti preferisce affidare il suo commento ad un articolo pubblicato durante l’annuncio di impeachment per Nixon.
“Il presidente non ha alcun diritto irrevocabile alla presidenza. Può essere sconfitto alle urne, oppure può essere messo sotto accusa, condannato e rimosso dall’ufficio” precisa l’autore del pezzo. “Un presidente può essere sconfitto alle urne per molte ragioni, ma può essere legittimamente accusato solo per tradimento, corruzione o altri crimini e delitti elevati”, continua l’articolo spiegando che nel processo di impeachment ci sono due fasi ben distinte: l’accusa riservata alla Camera dei rappresentanti e il processo al Senato. “L’impeachment, per scelta deliberata degli autori della Costituzione, è una funzione legislativa, non giudiziaria e nel prendere le loro decisioni importanti, né la Camera né il Senato hanno l’obbligo di agire esattamente come un tribunale”.
La funzione dell’accusa è di costringere il presidente a difendersi.
La domanda, quindi, dinanzi alla Camera (attualmente, dinanzi alla Commissione giudiziaria della Camera, che dovrebbe presentare le sue raccomandazioni entro la fine di questo mese) è se le prove attualmente disponibili in merito al coinvolgimento del presidente esonera il presidente o chiede ulteriori spiegazioni e difese delle sue attività”. Nei prossimi giorni si capirà la direzione che il Congresso intenderà intraprendere e come risponderà Trump. Nixon si dimise prima dell’inizio del processo; mentre Jackson e Clinton, gli altri due presidenti a rischio, ottennero la non condanna del senato. Cosa accadrà a Trump si saprà nei prossimi giorni.