Ilva: mons. Santoro (Taranto), “no al licenziamento di 5mila persone, la politica intervenga”
“La prospettiva di licenziare 5mila persone, più del 50% dei lavoratori dell’Ilva, creerebbe un disagio sociale di enormi proporzioni. La politica deve intervenire perché la proposta della decarbonizzazione è giusta e positiva, però deve essere seguita da provvedimenti adeguati che non permettano la riduzione dei posti di lavoro”.
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Lo dice al Sir l’arcivescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro, alla luce della possibilità che l’azienda dichiari dai 4 ai 5mila esuberi in seguito allo stop alla produzione a caldo e all’abolizione dello scudo penale che era legato all’esecuzione del Piano ambientale fino all’agosto 2023 e concesso lo scorso agosto ad ArcelorMittal con il decreto “salva imprese”.
“Sono contrario al licenziamento delle persone per il disagio sociale che ciò crea – ribadisce il presule -. È necessaria un’attenzione simultanea ai due problemi: da una parte, alle questione occupazionale; dall’altra, a quella ambientale con la chiusura dell’area a caldo. Quest’ultima è una proposta compatibile con l’ambiente, ma deve essere valutata simultaneamente al discorso dell’occupazione”.