Il silenzio della luna. Dall'allunaggio del 20 luglio 1969 al buio di oggi sul Mediterraneo
Nel silenzio del mare la luna raccoglie in sé queste piccole scintille che diventano il segno di coscienze che non accettano di arrendersi alla menzogna, all’indifferenza, al conformismo.
Come nella novella di Luigi Pirandello Ciaula scopre la luna all’uscita dalla miniera, così nel buio del Mediterraneo, solcato da barche cariche di umanità, si scopre il volto di un’Africa disperata.
Fragili imbarcazioni, passate in pochi istanti dalle onde della vita a quelle della morte, scompaiono senza lasciare traccia. Non si conosce il numero preciso delle persone annegate e non si ha la misura esatta della tragedia. Qualcuno afferma che il numero dei morti in mare è in notevole calo, qualcun altro risponde che in notevole calo è piuttosto il numero dei testimoni di questa strage.
Sulla superficie del grande cimitero d’acqua si riflettono con la luce della luna le angosce, le attese, le domande di giustizia e di solidarietà che l’Africa rivolge ai Continenti più ricchi.
Sullo stesso mare si riflette il volto di un Occidente incapace di dare risposte efficaci e lungimiranti a un fenomeno epocale. E’ un Occidente abile nel palleggiamento di responsabilità, è un Occidente che con il linguaggio dello slogan cerca di rassicurare un’opinione pubblica che prima è stata resa prigioniera della paura.
C’è però un altro e sorprendente riflesso della luna sulle onde del mare.
E’ quello di quanti all’Africa hanno dedicato e anche oggi stanno dedicando se stessi.
In quello di Silvia Romano, la giovane volontaria ancora in mano a ignoti sequestratori, si riassumono i volti di missionari, volontari laici, medici, insegnanti…
Persone che in Africa non hanno inviato pacchi ma hanno inviato se stesse, hanno messo in gioco la propria vita, si sono poste a fianco del prossimo con la pelle nera per condividere percorsi di speranza attraverso scuole, ospedali, coltivazione dei campi, gesti di umanità.
Nel silenzio del mare la luna raccoglie in sé queste piccole scintille che diventano il segno di coscienze che non accettano di arrendersi alla menzogna, all’indifferenza, al conformismo.
Potrebbe sembrare troppo debole questa immagine. Non c’è da parte della luna, immagine della coscienza, la pretesa di risolvere un problema così grande e complesso ma c’è il monito affinché si ponga fine alla ignoranza della realtà e alla frantumazione del pensiero.
A distanza di cinquant’anni dallo storico allunaggio, 20 luglio 1969, molti nel mondo si preparano a una celebrazione festosa. L’uomo per raggiungere quello straordinario risultato osò superare confini, frontiere e barriere. Guardò oltre con grande fiducia. Non è difficile rintracciare in quell’avventura un messaggio anche per l’oggi, anche per il Mediterraneo.
Paolo Bustaffa