Il “mercato nero” dei titoli scolastici. L’indagine svolta sotto copertura dal giornale online Fanpage ha svelato un sottobosco di illeciti
L’auspicio è che si faccia chiarezza al più presto su questa che non è davvero una bella pagina per il nostro sistema scolastico
La “cattiva scuola” è quella che abbandona i criteri del merito e della legalità per abbracciare piuttosto clientele e favoritismi, premiando il “mercato nero” dei titoli scolastici. Quelli, per intenderci, che servono ai docenti per scalare posizioni nelle graduatorie e arrivare al tanto sospirato posto in cattedra.
E’ questo l’assunto dell’indagine svolta sotto copertura dal giornale online Fanpage. “Non servono anni di studio, una preparazione serrata o la perfetta padronanza di una lingua straniera. Bastano un paio di telefonate, qualche centinaia di euro e la promessa di non fare troppe domande e in pochi giorni si possono ottenere certificazioni e persino attestati linguistici senza mai aprire un libro”: così racconta la testata.
L’indagine ha visto i protagonisti fingersi aspiranti insegnanti: “In poco tempo – racconta Fanpage – siamo entrati in un sottobosco di corsi fittizi, esami pilotati e certificati ottenuti senza mai sostenere una prova reale. Il risultato? Con circa 3.600 euro, avremmo potuto guadagnare fino a 22 punti in graduatoria, superando chi aveva studiato per anni. Questa è la storia di un sistema che premia chi paga, penalizza chi merita e mette in crisi l’intero mondo della scuola”.
Fanpage riposta anche una dichiarazione molto esplicita di Gianna Fracassi, segretaria di Flc Cgil: “Sempre più spesso, quando parliamo di titoli che servono per inserirsi nelle graduatorie o per acquisire più punteggio per inserirsi all’interno delle graduatorie si sono sviluppati soggetti vari, agenzie formative università farlocche che sostanzialmente vendono la possibilità di avere titoli di studio oppure titoli che consentono di avere qualche punteggio in più nelle graduatorie stesse. Il punto è che troppo spesso c’è un problema di qualità di questi soggetti, ma spesso abbiamo segnalazione che questa erogazione non c’è. nel senso che si tratta di una compravendita di un titolo senza che sia qualificata da un percorso di studi con le caratteristiche che le stesse norme definiscono”.
Il racconto dell’inchiesta è dettagliato e naturalmente non poteva non suscitare reazioni forti. Il ministro Valditara ha subito presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Napoli chiedendo di avviare le indagini necessarie per verificare eventuali reati e individuare i responsabili. Il ministro si è anche riservato di sporgere querela per i reati non procedibili d’ufficio e di costituirsi parte civile nell’eventuale processo.
In una nota il ministro ha ribadito il proprio impegno per il contrasto “a tutti i fenomeni di illegalità che danneggiano il sistema scolastico e vanno a detrimento della qualità dell’insegnamento nel nostro Paese”. Ha parlato di vigilanza, azione ispettiva, attenzione e verifica degli enti autorizzati a rilasciare le certificazioni per i docenti. “La mia azione politica – ha spiegato Valditara – è stata dal primo momento orientata a far emergere il merito e a recuperare la qualità dell’istruzione, e dunque ogni comportamento contrario alla legge sarà fortemente combattuto”.
Agli insegnanti che dovessero risultare responsabili di illeciti ha paventato l’esclusione immediata e definitiva dalle graduatorie.
L’auspicio è che si faccia chiarezza al più presto su questa che non è davvero una bella pagina per il nostro sistema scolastico. Una vicenda, tra l’altro, capace di danneggiare tutti gli insegnanti che con fatica e passione ce la mettono tutta per fare la “buona scuola”.