Il folletto e l’arcobaleno. Il murales racconta una speranza che non finisce, ma si trasforma
Tra le lacrime di quell’arcobaleno potremmo allora arrivare a scorgere l’invito di Dio a sporcarci le mani coi colori della vita e ad essere fantasiosi e sorprendenti come i folletti.
È ricomparso, qualche giorno fa, all’Arcella, dietro al cinema Multiastra, a circa un chilometro e mezzo dalla Cappella degli Scrovegni. Nessuno lo ha mai visto in faccia, ma tutti riconoscono anche a decine di metri di distanza la sua esile ombra, che si proietta sui muri della città, col cappello a cilindro, i pantaloni col risvoltino e le scarpe coi lacci. I padovani lo considerano “uno di loro”, anche se lui, come tutti i folletti, per sua natura una residenza vera e propria non ce l’ha. Tracce di sé le ha lasciate nell’area industriale di Padova, così come nel centro storico. E sempre, quando compare – grazie alla maestria della mano dello street artist e writer italiano Kenny Random (pseudonimo del padovano Andrea Coppo, classe 1971) – riesce sempre a lasciare un segno. Come questa volta. In silenzio. Su un muro di Padova e sulle pagine Facebook e Instagram del suo disegnatore, attraverso le quali, in poche ore, ha fatto il giro d’Italia raccogliendo migliaia di like, condivisioni e commenti.
Kenny il folletto, novello Charlot 2.0, sognatore lievemente malinconico, è ritornato insieme ai suoi inseparabili passerotti e al suo gatto. Cammina, lo sguardo dritto davanti a sé. Sotto braccio tiene l’arcobaleno che – durante i mesi del lockdown – è diventato il simbolo di quell’”andrà tutto bene” che ci siamo detti e ci siamo sentiti ripetere giorno dopo giorno, come un mantra.