Il bisogno di bellezza. Papa Francesco agli artisti: “Siete un po’ come i profeti”
È nella lettura della cronaca quotidiana che nasce la domanda di uno sguardo che sappia andare oltre le apparenze, che sappia cogliere nel buio alcuni sprazzi di luce.
Era l’8 dicembre 1965 il Concilio Vaticano II si chiudeva, Paolo VI si rivolgeva ai governanti, agli intellettuali, agli artisti, alle donne, ai lavoratori, ai poveri e agli ammalati, ai giovani per dire a tutti che il pensiero è un dono e una responsabilità. Per dire a tutti che le ali del pensiero sono la verità e la bellezza.
Agli artisti scriveva: “Questo mondo nel quale viviamo ha bisogno di bellezza per non sprofondare nella disperazione. La bellezza come la verità è ciò che infonde gioia al cuore degli uomini, è quel frutto prezioso che resiste al logorio del tempo, che unisce le generazioni e le fa comunicare nell’ammirazione”.
Le parole di papa Montini nel 1965 sono tornate alla mente leggendo il discorso che papa Bergoglio ha rivolto il 23 giugno 2023 agli artisti in occasione dell’inaugurazione della Collezione d’arte contemporanea dei Musei Vaticani.
“…l’artista – ha detto Francesco – prende sul serio la profondità inesauribile dell’esistenza, della vita e del mondo anche nelle sue contraddizioni e nei suoi lati tragici. Questa profondità rischia di diventare invisibile allo sguardo di molti saperi specializzati, che rispondono a esigenze immediate ma stentano a vedere la vita come realtà poliedrica”.
È nella lettura della cronaca quotidiana che nasce la domanda di uno sguardo che sappia andare oltre le apparenze, che sappia cogliere nel buio alcuni sprazzi di luce.
Decidere quale sguardo avere per non scivolare in un cupo e sterile pessimismo oppure in un altrettanto inconcludente ottimismo spetta a ogni uomo. In questa scelta anche l’arte può essere stimolo, sostegno, alleato. Gli artisti, credenti e non credenti, possono con i loro diversi linguaggi risvegliare le coscienze.
Scrive papa Francesco “Siete un po’ come i profeti, Sapete guardare le cose sia in profondità sia in lontananza, come sentinelle che stringono gli occhi per scrutare l’orizzonte e scandagliare la realtà al di là delle apparenze”.
Le sentinelle hanno il compito di avvertire dell’arrivo di chi tenta di attraversare indisturbato la porta della coscienza per spegnere il pensiero critico, il dialogo tra le diversità, il tentativo di ribellione alla menzogna e al conformismo.
Papa Francesco propone un’altra attenzione: “Anche i poveri hanno bisogno dell’arte e della bellezza. Alcuni sperimentano forme durissime di privazione della vita per questo ne hanno più bisogno: Di solito non hanno voce per farsi sentire, Voi potete farvi interpreti del loro grido silenzioso”.
La cronaca racconta che questo appello è stato accolto in città distrutte dalle guerre, su barche abbandonate dopo aver trasportato sofferenza e speranza, in periferie anonime e lasciate nel degrado.
Piccoli segni di bellezza e di verità lasciati da alcuni artisti come fessure nella crosta della menzogna, dell’indifferenza, dell’odio.