Il Vangelo della strada, del mare, del dolore. Le proposte di lettura del mese
Le proposte di lettura per febbraio.
La coerenza estrema al Vangelo, ma anche i sensi di colpa, una intelligenza profonda, forse troppo, che porta lontano dai successi e dai sogni genitoriali e che anzi rischia di sprofondare nel male. È quello che emerge da Jack, recente romanzo di Marilynne Robinson, una delle più grandi scrittrici dei nostri tempi, che possiamo leggere ora grazie alla traduzione di Eva Kampmann. È non la continuazione, ma l’attraversamento narrativo di altre storie, un vero e proprio ciclo narrativo fatto di altri tre romanzi, in cui le famiglie di pastori presbiteriani mostrano le ferite della vita, una vita in cui i programmi raziocinanti non corrispondono mai ad una realtà che mostra costantemente altre scelte. Come quella del protagonista, che dà il nome al romanzo: Jack se ne va via da una vita che sente oscuramente non adatta a lui, trascinato da una vocazione rovesciata a farsi e a fare del male diventando un povero vagabondo, esattamente il contrario del modello sociale delle sue origini. La rispettabilità, un certo discreto benessere, la misura, non fanno per lui, e lui non vi si contrappone solo in via di principio, incarnando il modello opposto, che per gli altri è quello della condanna, del marchio infamante di una predestinazione che rivela forse il peccato antico, la separazione, l’ombra inquieta e irrisolta. Jack è anche la nostra ombra profonda, quella che talvolta ci fa operare in modi che non vorremmo coscientemente, quell’angolo irrequieto che ci fa guardare con strana attenzione al vagabondo che passa, al senza fissa dimora, al questuante, a quello che la giovane, inquieta co-protagonista di Sotto il sole di Satana di George Bernanos considera “un altro uomo libero”. Il fascino dell’andare oltre, di superare i cancelli dorati del benessere per tornare alle scaturigini elementari dell’esistenza si incontra in questo libro con la necessità di leggere più in profondità l’animo, nostro e dell’altro, per cogliere i frammenti di eternità che Dio ha sparso in questo contraddittorio, enigmatico e talvolta sognante, cammino.
Marilynne Robinson, Jack, Einaudi, 20 euro, 328 pagine.
Un bambino che cresce un po’ sul mare -il nonno Antonio è un esperto, quasi mitico pescatore – un po’ in famiglia e un po’ a scuola, tra fantasie, racconti di magie marine, primi innamoramenti. Soprattutto quando in mare salva, assieme ad altri abbandonati ai flutti, la “principessa nera”, una piccola sua coetanea, in fuga con altri dalla violenza e dalla guerra. E’ così che nasce una storia, fatta di sguardi furtivi e subito distolti, di tentativi di approccio, di comprensione dell’altro, apparentemente lontano, narrata dalla penna, come si sarebbe detto una volta, di Mimmo Laghezza, giornalista, e arricchita dai disegni e dai colori di Manuela Barbaro. Mariolino va per mare racconta tutto questo, rivolgendosi soprattutto ai ragazzi, perché quello che emerge dalle profondità marine è anche la possibilità di capirsi e di iniziare un nuovo cammino di concordia e di alleanza con la natura. Non sono solo Mariolino e Aicha, i protagonisti: uccellini implumi, le splendide creature dell’oasi naturalistica sul Mar Piccolo, Taranto, il mare, le insegnanti, le guide, i nonni, le vicende drammatiche legate alla cronaca delle vittime di una industrializzazione non a misura d’uomo, i bambini che imparano a fare i conti e ad accogliere la diversità, riempiono con leggerezza ma anche con consapevolezza le pagine di un libro che rappresenta un inizio: di una strada nuova per il lavoro dell’uomo, affinché non ci siano più bambini senza padri uccisi dalla materia del loro lavoro, di una più profonda comprensione dei motivi che portano all’incontro di genti diverse, di una alleanza nuova con le altre creature della terra e del mare per ricominciare da capo il cammino comune.
Mimmo Laghezza, Manuela Barbaro, Mariolino va per mare, Multimage, 160 pagine, 15 euro.
Mai titolo è stato più appropriato di questo Nel mistero del dolore, testimonianza diretta di uno che con il dolore fa i conti tutti i giorni, visto che è cappellano al Policlinico Gemelli di Roma. Andrea Stefani, dell’ordine dei Frati minori del Lazio, condivide questa esperienza, davvero difficile da tradurre in parole, testimoniando in prima persona come, oltre agli sforzi del personale, medico e non, quell’infermiera o infermiere “che mi rivolge una parola garbata” rappresenti una vera e propria cura. Le parole di padre Andrea aiutano ad affrontare quello che lo stesso autore chiama “il labirinto” del Gemelli, in effetti un dedalo di palazzine e complessi, in grado di gettare nello sconforto chi vi si avvia per un ricovero, per una visita, per fare visita ad un proprio caro. Non solo la guida diretta del cappellano, però: il libro custodisce un capitolo dedicato alle esperienze dirette, di chi ha avuto la ventura di affrontare il dolore e un destino che sembravano scientificamente di sventura e che invece, come nel caso di Emanuele o della piccola Rosy, rivelano come talvolta la scienza non sia in grado di dire la parola definitiva. La preghiera, l’amore, anche di chi non crede, la condivisione comunitaria si rivelano un aiuto, impensabile razionalmente, sulla strada della sofferenza, del dolore, ma anche della speranza. Perché, come scrive lo stesso autore, “si può stare su un letto di dolore sereni e liberi nel cuore; ma anche, purtroppo, vivere da prigionieri nel laccio del cacciatore. Tutto sta a capire chi è il cacciatore per poterlo affrontare.”
Andrea Stefani, Nel mistero del dolore. Diario di un cappellano del Policlinico Gemelli, Edizioni Terra Santa-Gemelli, 191 pagine, 15 euro, pref. di mons. Claudio Giuliodori.