Il Giro d’Italia targato Rai. Ampio spazio nel palinsesto alla "corsa in rosa", evento sportivo nazionalpopolare
Questo sport mantiene un suo fascino, alimentato proprio dalla spettacolarizzazione che ne fanno le immagini televisive.
Si rinnova l’appuntamento con la corsa a tappe più famosa d’Italia, che dall’11 maggio al 2 giugno si sviluppa per oltre 3.500 chilometri in 21 tappe attraverso la nostra penisola. La 102ª edizione del Giro d’Italia vede in gara 176 ciclisti, 8 per ciascuna delle 22 squadre partecipanti, pronti a darsi battaglia in pianura e in salita, nelle gare a cronometro e in volata.
Come di consueto, la Rai non risparmia uomini, mezzi e risorse per raccontare la corsa nazionalpopolare, con la trasmissione quotidiana in diretta sulle sue reti. Alle 12.15 Rai Sport propone “Villaggio di partenza”, in collegamento con il luogo da cui di volta in volta parte la tappa. Alle 14.30 inizia la diretta per raccontare la corsa, fino al momento dell’arrivo al traguardo. Successivamente si apre il tradizionale appuntamento con il “Processo alla Tappa” per analizzare quanto accaduto con il parere degli esperti, senza rinunciare naturalmente alla voce dei protagonisti della corsa. Alle sempre su Rai Sport 20 va in onda “TGiro”, mentre “Giro notte” riassume in circa 60 minuti la tappa dopo la mezzanotte. Oltre al nutrito palinsesto di Rai Sport, la corsa rosa occupa largo spazio anche all’interno dei telegiornali di Rai1, Rai2 e Rai3, oltre che negli spot quotidiani che richiamano gli appuntamenti televisivi con la gara.
Forse il ciclismo moderno, pieno di tattiche, strategie e “aiutini” tecnologici di vario genere non ha più il fascino epico di quello di una volta, quando i protagonisti erano Fausto Coppi e Gino Bartali o Francesco Moser e Beppe Saronni, oltre a corridori stranieri come Eddy Merckx o Miguel Indurain. E probabilmente anche la fatica generale delle tappe si è un po’ ammorbidita rispetto al passato. Ma nonostante tutto, questo sport fatto di fatica individuale, sudore e gioco di squadra mantiene un suo fascino, alimentato proprio dalla spettacolarizzazione che ne fanno le immagini televisive.
Le inquadrature ravvicinate dei volti affaticati dei ciclisti, delle loro gambe che spingono rapporti impossibili sulle biciclette sempre più moderne, dei dettagli tecnici e dello snodarsi del serpentone di corridori sulle strade danno continui stimoli di attenzione agli occhi dello spettatore.
A sollecitare le emozioni più intense sono le volate ruota a ruota e le imprese solitarie nelle tappe di montagna, che restano i momenti “clou” della corsa. Desta richiamo anche la possibilità di conoscere attraverso il percorso del Giro, luoghi d’Italia anche solo “di passaggio” che magari altrimenti rimarrebbero ignoti. Spazio alla corsa, dunque. E, naturalmente, vinca il migliore.