I colori del sacro: il corpo è il centro della vita
Sabato 3 febbraio viene inaugurata la nuova edizione della rassegna internazionale d'illustrazione "I colori del sacro" dedicata quest'anno al Corpo: 44 gli illustratori di varie nazionalità scelti per parlare di autoconsapevolezza, di corpi che cambiano e si trasformano, che comunicano con l'altro, che dialogano con lo spirito.
Nei suoi 15 anni di vita, Colori del sacro, rassegna internazionale d'illustrazione organizzata dal museo diocesano a cadenza biennale, ha cambiato sempre il tema proposto, ma ha mantenuto una costante: la ricerca di chiavi di lettura inattese. Si parlasse d'aria, d'acqua, di terra, di fuoco, oppure della creazione, del viaggio, del cibo, i temi apparentemente semplici si aprivano, prima nei suggerimenti del gruppo di lavoro, poi nelle interpretazioni degli artisti, infine nella lettura dei visitatori, soprattutto giovani, a una molteplice gamma di letture e di percezioni. Anche quest'anno, nella nona edizione, la propensione alla profondità non viene smentita, sebbene il tema prescelto, il Corpo, possa prestarsi a essere affrontato "a pelle", superficialmente. Cosa c'è in fondo di più esteriore e immediato dell'aspetto fisico di una persona?
«E invece – spiega Andrea Nante, direttore del museo e regista dell'iniziativa accanto a collaboratori ormai affiatati, docenti universitari, artisti, educatori, registi – con fatica, stupore, perfino disorientamento abbiamo scoperto quanto sia difficile ma nel contempo stimolante pensare il corpo in tutta la sua profondità, in una molteplicità di aspetti davvero inattesi».
Questo giustifica almeno in parte il diradarsi dei partecipanti, 44, con 77 opere scelte su un totale di duecento arrivate. Vengono esposte dal 3 febbraio al 24 giugno nelle gallerie del museo diocesano e accompagnate da varie iniziative aperte a tutti, oltre alla consueta valanga di visite guidate e laboratori didattici, duecento, organizzati per le scuole dalle materne a tutto l'obbligo.
«Mentre inviavamo le tracce guida – confessa Nante – ci siamo accorti che forse lo scritto elaborato tra di noi, nonostante la sua ricchezza – e penso tra tutti soprattutto al contributo davvero illuminante di padre Giorgio Bonaccorso su "Il corpo vivente" – non era più sufficiente. Sarebbe stato necessario coinvolgere nell'elaborazione gli artisti stessi, dialogare con loro e poi mettere in circolo le idee così scaturite. Perché nell'immediatezza quotidiana si tende a dare al corpo una lettura incompleta, riduttiva, contrapposta ad altre entità più nobili come la mente o lo spirito, mentre in realtà questo è un termine, un concetto che vale molto di più di quello che vediamo. Per questo abbiamo creato quest'anno "Residenza d'artista", coinvolgendo per tre giorni cinque illustratori di fama internazionale i cui lavori andranno devoluti in beneficenza».
Il corpo, insomma, è una ricchezza che non conosciamo davvero, nei suoi molteplici aspetti:
«Come dimensione centrale della vita – scrive il direttore del museo – dalla più elementare esperienza di sé all'apertura verso ciò che è altro da sé, passando anche attraverso il cambiamento e l'esperienza del limite, fino ad abbracciare l'infinito a cui apparteniamo».
Una ricchezza che il linguaggio dell'arte cerca di esprimere superando l'oggettività, tentando nuove modalità descrittive, ricorrendo a metafore e allegorie, a soluzioni materiche. Integra in tal modo le conoscenze acquisite, ri-esprime l'esperienza sensoriale vissuta, rivela e suscita emozioni, interpreta i tormenti e le gioie dell'anima, talvolta servendosi di forme astratte ma non per questo meno sensibili e "corporee". Gli artisti, insomma, trovano forme originali, difficilmente inquadrabili in schemi precostituiti, per parlare del corpo e dei corpi.
L'identificazione con il proprio corpo, con i suoi limiti e le sue ricchezze, viene rappresentata per esempio da Elisabetta Benfatto nell'inadeguatezza di una donna anziana che prova a mettersi ""nelle scarpe di un altro", da Maria Sole Macchia con un gigantesco cuore pulsante, grotta incrostata di coralli in cui nuotano magici esseri marini. Il corpo che si trasforma viene espresso da Alessandra De Cristofaro scandendo la crescita di una giovane donna che si guarda allo specchio, mentre Luciano Lozano esprime con umorismo la determinazione di una piccola danzatrice a superare i propri limiti. Il corpo come relazione è raccontato da Alicia Baladan nel gioco e nell'amicizia infantile; Lilia Migliorisi coglie l'umoristica riservatezza corporea in un tram affollato, luogo simbolo dell'estraneità costretta in spazi compressi. E poi il legame tra corpo e spirito, la relazione uomo-Dio riproposta da Anna Castagnoli nell'armonia nostalgica del giardino dell'Eden, dove invece Elisa Talentino sceglie il miracolo conturbante del cieco nato per dire come, appena ricevuto il dono della vista, sia la luce divina a illuminare quello che era fino a quel momento immerso nell'oscurità. Una luce che rivela i colori celati dentro noi stessi, come esprime l'immagine del francese Martin Jarrie scelta a rappresentare l'intera mostra perché esemplifica, spiega Nante, la meravogliosa, sconfinata complessità della vita racchiusa in quella realtà apparentemente limitata, ma aperta all'infinito, che chiamiamo corpo.
La mostra-laboratorio sarà anche quest'anno arricchita da eventi, iniziative dedicate al mondo dell'arte, della danza, della musica, allo scopo di aprirsi alla città creando sinergie che facciano sentire il pubblico protagonista della progettazione culturale. Per l' occasione anche quest'anno Topipittori nella collana "Pippo (Piccola pinacoteca portatile)" insignita del premio Andersen 2017 per il miglior progetto di divulgazione, ha pubblicato un album scritto da Andrea Nante e illustrato da Sylvie Bello intitolato Esseri umani. Il corpo nell'arte dalla preistoria ad oggi (pp 32, euro 14,00). Il percorso interattivo, che chiede al bambino di partecipare integrando le informazioni e gli stimoli presenti sulla pagina, inizia da L'uomo che cammina di Alberto Giacometti, filiforme ed espressivo, per passare ai contorni umani di Keith Haring e agli autoritratti di Francis Bacon per stimolare l'osservazione sul proprio corpo e le sue caratteristiche. Il passo successivo è quello del dinamismo, sulla scia dell'Uomo in movimento di Muybridge e de La danza di Matisse. Il corpo che cambia viene colto osservando Le tre età dell'uomo di Giorgione e il Cristo morto del Mantegna, che mostra di scorcio un corpo lacerato, circondato dal dolore dei testimoni, ma anche dalla metamorfosi di Dafne inseguita da Apollo e trasformata in lauro, scolpita da Gian Lorenzo Bernini. Il corpo come relazione trova espressione somma nella Creazione di Adamo di Michelangelo nella cappella Sistina, che introduce lo sguardo sulla relazione tra corpo e sacralità, anzitutto come sacralizzazione della forma corporea stessa, nella fecondità della preistorica Venere di Willendorf, associata al culto della Madre Terra, e nella bellezza della Venere di Milo. Come si diceva, molta attenzione è stata posta all'offerta didattica per le scuole, calibrata in singole schede che propongono, a seconda dell'età, diversi itinerari di lettura "creativa" delle opere esposte.
Info: 049-8761924 - 8226156 www.icoloridelsacro.it