Gmg 2023. Un frate del Santo, diventato vescovo di Genova, incontra i giovani padovani: “Quando il mio cuore sussulta di gioia?”
Un frate del Santo, nato a Padova, per la precisione a sant’Angelo di Piove, che all’età di 66 anni si ritrova per una catechesi con i giovani della sua terra. Ma il frate in questione da tre anni è arcivescovo di Genova, e la catechesi è di fronte a duemila giovani alla Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona
Il Vangelo che anima la mattinata è composto dalle delicatissime pagine di Luca che vedono Maria, dopo l’annunciazione, muoversi verso la cugina Elisabetta. Al centro il sussulto di gioia. Le domande che hanno visto i giovani confrontarsi a gruppetti: “Quando, come, per cosa il mio cuore sussulta di gioia?” e “Quando il Signore Gesù mi ha fatto danzare di gioia?”.
«Intanto Maria parte, partiamo da Maria – ha esordito mons. Tasca – questa ragazza aveva i suoi sogni pare molto precisi, sposarsi con questo povero Giuseppe, fare un po' la sua vita e a un certo punto irrompe il Signore con una proposta. Questo mi pare estremamente bello perché Maria fa i suoi piani, fa i suoi progetti, sa cosa vuole dalla vita, e a un certo punto il Signore arriva con un nuovo progetto». Sussultare. «Maria si trova davanti alla parola chiave: sussultare, una dimensione psicologica ed emotiva che viviamo molto in questi giorni». Ma un sussultare di gioia radicato nella fiducia: «Maria si fida pur non avendo in mano niente di sicuro. Se io non ho fatto l’incontro del fidarmi, il sussultare sarà pure una cosa bellissima, fortissima, ma poi sparisce. Ma quanto mi fido io nella mia vita? Sono un uomo o una donna che sa fidarmi?». L’arcivescovo di Genova ha dunque pregato: «Signore, dacci la grazia di fidarci: nelle nostre comunità cristiane forse un po’ di crescita in questo campo siamo chiamati a farlo, nel fidarci anche gli uni gli altri».
Il secondo passaggio: Maria parte perché sa che la cugina Elisabetta ha bisogno di lei. «Maria non aspetta che le arrivi un WhatsApp con scritto “Go’ tanto bisogno dame ‘na man”. Maria parte e va, intuendo il bisogno della cugina. Sussultare, dunque, è anche cogliere il bisogno dell’altra persona, non solo il mio bisogno. Qualche volta si dice “io sono incasinato dunque lasciatemi in pace”. Anche no. Pare sia un dogma dire “faccio i cavoli miei”. Dicevo ad un matrimonio celebrato nel mio bellissimo paese di un mio nipote: “Guardate che ciò che salva il matrimonio è questo: essere convinto o convinta nel vivere e nel dire: “Tu sei più importante di me”. Oggi questa è una bestemmia. Eppure Maria fa esattamente questo. Pensate a come miglioreremmo i nostri rapporti se tutti fossimo convinti che tu sei più importante di me”. Mons. Tasca conclude con una frase attribuita a san Francesco: “Annunciate sempre il Vangelo, se serve con le parole”. «Per me è una sintesi formidabile di evangelizzazione. Annunciate sempre il Vangelo, parlate sempre del Vangelo, testimoniate sempre il Vangelo, se serve anche con le parole. Nell’incontro tra Maria ed Elisabetta non ci sono tante parole». Testimonianza, insomma: «Mi pare che oggi ci sia un estremo bisogno di gente contenta di essere cristiana. Dire “io sono contento di essere cristiano, mi piace essere cristiano”, penso sia la cosa più strabiliante che possiamo dire e fare. Vale la pena essere cristiani, è l'augurio che faccio a tutti voi».