Gaza, Medici senza frontiere chiude l'ospedale da campo di Rafah

L'organizzazione: “Il nostro impegno continua, riprese attività al Nasser Hospital di Khan Younis. Dall’inizio del conflitto abbiamo dovuto lasciare 12 diverse strutture sanitarie e abbiamo subìto 26 incidenti violenti"

Gaza, Medici senza frontiere chiude l'ospedale da campo di Rafah

Dopo l’intensificarsi dell'offensiva delle forze israeliane a Rafah, i team di Medici Senza Frontiere (MSF) sono stati costretti a lasciare l’ospedale da campo indonesiano di Rafah, mentre sono riprese le attività nell’ospedale Nasser di Khan Younis per continuare a fornire assistenza alla popolazione.

“Dall’inizio del conflitto abbiamo dovuto lasciare 12 diverse strutture sanitarie e abbiamo subìto 26 incidenti violenti, tra cui attacchi aerei che hanno danneggiato gli ospedali, carri armati che hanno sparato contro i nostri rifugi le cui posizioni erano condivise con le parti in conflitto, offensive di terra contro i centri medici e convogli colpiti” afferma Michel-Olivier Lacharité, responsabile delle operazioni di emergenza di MSF.

Alla luce degli attacchi sistematici contro le strutture mediche e le infrastrutture civili fin dall'inizio della guerra e dell'avanzata dell'offensiva, il 12 maggio i team di MSF hanno deciso di lasciare l'ospedale da campo indonesiano di Rafah e i 22 pazienti che erano rimasti sono stati trasferiti in altre strutture, poiché impossibile garantire la loro sicurezza. Prima dell'evacuazione, le équipe di MSF fornivano assistenza post-operatoria ai feriti di guerra, medicazioni e fisioterapia, con 60 posti letto, circa 35 interventi a settimana in sala operatoria e circa 130 consultazioni al giorno. Anche il ministero della salute è stato costretto a spostare le attività dall'ospedale di Rafah e l’intero ospedale è stato chiuso.

Intanto, MSF ha ripreso le attività presso l'ospedale Nasser di Khan Younis con reparti ambulatoriali e di degenza incentrati sulla chirurgia ortopedica, la cura delle ustioni e i servizi di salute mentale. Le équipe di MSF, che erano state costrette a lasciare l'ospedale Nasser a metà febbraio dopo che una granata aveva colpito il reparto di ortopedia e le forze israeliane avevano ordinato l'evacuazione della struttura prima di fare irruzione, sono in azione per riaprire anche i servizi di maternità.

MSF è inoltre in azione per creare ospedali da campo in altre zone della Striscia, ma queste poche strutture non saranno in grado di far fronte a un massiccio afflusso di feriti, oltre che agli enormi bisogni medici. Non possono in alcun modo sostituire un sistema sanitario funzionante e il blocco prolungato degli aiuti sta ulteriormente paralizzando la risposta umanitaria e mettendo in pericolo la vita delle persone intrappolate a Gaza. Secondo l’OCHA, 24 ospedali sui 36 presenti a Gaza sono ora non funzionanti. Le scorte di carburante, necessarie per far funzionare tutto, dagli ospedali alle panetterie, si stanno pericolosamente esaurendo mentre le persone non possono uscire o entrare nella Striscia.

Mentre la popolazione di Gaza si trova ad affrontare nuovi attacchi tra bombardamenti, missili, sparatorie e violenze, MSF chiede ancora una volta di fermare immediatamente questa offensiva che sta costringendo centinaia di migliaia di persone a spostarsi e le priva degli aiuti essenziali. Secondo le Nazioni Unite, almeno 360.000 palestinesi sono fuggiti da Rafah da quando le forze israeliane hanno esteso la loro offensiva, rendendo impossibile fornire assistenza umanitaria e medica salvavita in questa campagna di morte e distruzione indiscriminata.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)