Europa unita sulle terze dosi, divisa su Green Pass ed energia. Ultimatum alla Russia
Il Consiglio europeo non è riuscito a raggiungere una strategia comune per contrastare l'impennata dei prezzi dell'energia. Covid: avanti con i vaccini, ma l'aumento esponenziale dei contagi provoca scelte differenti tra i 27. Dubbi sulle misure precauzionali adottate dall'Italia e da altri Paesi. Deludente il capitolo-migrazioni. Dura la posizione verso Mosca. Bielorussia ed Etiopia nelle conclusioni del vertice
Energia, ricorso al nucleare, quote di emissione. Persino la risposta alle varianti Covid. Tutti temi urgentissimi che, anziché unire l’Ue, ne dividono – dietro i sorrisi della diplomazia – le prospettive. Mentre è più facile raggiungere accordi di massima sulla sicurezza e le minacce esterne: si chiamino Russia, Bielorussia o – addirittura – migrazioni. Le conclusioni del Consiglio europeo, tenutosi ieri a Bruxelles, non riportano il capitolo “energia” (nonostante il repentino rialzo dei prezzi), confermando che manca un accordo tra i 27; tema rimandato a un chissà quando vertice.
Omicron e terze dosi. Il summit si è a lungo concentrato “sul peggioramento della situazione epidemiologica nell’Unione e l’impatto della comparsa di Omicron”: la nuova variante desta preoccupazione. Così i leader dei Paesi membri ribadiscono a una sola voce “l’importanza cruciale della vaccinazione nella lotta contro la pandemia. È fondamentale – si legge nelle 7 pagine del documento finale – e urgente assicurare a tutti l’accesso alla vaccinazione e rendere disponibili le dosi di richiamo”. In tale contesto “rimane essenziale superare l’esitazione vaccinale, anche contrastando la disinformazione”. Perciò avanti con le terze dosi.
Al di là della vaccinazione, è difficile pensare a un’intesa sulle norme precauzionali: ogni Paese procede a suo modo, Italia compresa.
Anche perché – a Bruxelles è stato evidente – la preoccupazione per la pandemia tocca ogni nazione e governo, ma i dati epidemiologici sono assai differenti tra uno Stato e l’altro. E l’Italia, con le sue misure prudenziali, oggi appare a molti un esempio da imitare.
Esportare dosi di vaccino. “Occorre proseguire gli sforzi coordinati per far fronte all’evoluzione della situazione sulla base delle migliori evidenze scientifiche disponibili, garantendo nel contempo che qualsiasi restrizione sia basata su criteri oggettivi e non comprometta il funzionamento del mercato unico né ostacoli in modo sproporzionato la libera circolazione tra gli Stati membri o i viaggi verso l’Ue”, mettono nero su bianco i capi di Stato e di governo. Ma sul valore attribuito al Green Pass le divisioni sono evidenti. Formula efficace in quanto generica. Non manca uno sguardo al mondo: “l’Ue è determinata a svolgere il suo ruolo per conseguire una vaccinazione globale. Continueremo a esportare e condividere dosi di vaccino e materiali accessori”, soprattutto verso l’Africa, all’interno della strategia Covax.
Sicurezza e minacce ibride. Segue il capitolo sulla sicurezza e difesa, con le buone intenzioni per favorire un “ordine internazionale globale basato su regole, imperniato sulle Nazioni Unite, e il rafforzamento della cooperazione con i partner di tutto il mondo per affrontare insieme le minacce e le sfide comuni”.
L’instabilità mondiale e le minacce militari e terroristiche stanno facendo compiere dei (lenti e incerti) passi avanti verso una difesa comune sotto il cappello della Nato.
La Commissione è chiamata a fornire proposte in materia di sicurezza spaziale, ciberspazio e lotta alle minacce ibride.
Migrazioni: nessun passo avanti. Deludenti la discussione e le conclusioni sulla migrazione, intesa negli aspetti della sicurezza delle frontiere (asilo, accoglienza, integrazione restano fuori dalla porta del vertice). Il Consiglio europeo ribadisce dunque “la sua condanna dei tentativi di Paesi terzi di strumentalizzare i migranti a fini politici”. Sottolinea “la necessità di contrastare la strumentalizzazione della migrazione” e al contempo indica ancora una volta la questione della sorveglianza delle frontiere esterne.
Ultimatum alla Russia. Comprensibilmente dure le conclusioni sui vicini in armi. Il Consiglio europeo condanna “fermamente” la strumentalizzazione dei migranti e dei rifugiati da parte del regime bielorusso “e la crisi umanitaria che essa ha creato”. L’Ue continuerà “a contrastare con fermezza l’attacco ibrido lanciato dalla Bielorussia, affrontando tutte le dimensioni della crisi in linea con il diritto dell’Ue e gli obblighi internazionali, compresi i diritti fondamentali”. Ciò significa protezione dei confini, lotta alla tratta, aiuti umanitari. L’Ue chiede elezioni democratiche per riportare la Bielorussia entro la Comunità internazionale. Il Consiglio dei 27 evidenzia quindi “l’urgente necessità che la Russia allenti le tensioni causate dall’incremento di forze militari lungo il confine con l’Ucraina e da una retorica aggressiva”.
Il Consiglio europeo “ribadisce il suo pieno sostegno alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina”.
Qualsiasi ulteriore aggressione militare contro l’Ucraina “avrà gravissime conseguenze e un costo pesante in risposta, comprese misure restrittive coordinate con i partner”.
Capitolo Etiopia. Il summit segue “da vicino la situazione in Etiopia e sostiene pienamente gli sforzi di mediazione compiuti dall’alto rappresentante dell’Unione africana Obasanjo”. L’Ue chiede un cessate il fuoco incondizionato ed “esorta tutte le parti ad avviare un dialogo nazionale inclusivo e trasparente”. Garantire la protezione dei civili e assicurare un accesso umanitario senza restrizioni “rimangono priorità fondamentali”.